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Willy Branchi, vicini alla svolta: nuovi esami sul Dna

Dopo 30 anni, torna alla ribalta il caso di Willy Branchi, il ragazzino ucciso barbaramente il 30 settembre 1988. Willy, con importanti problemi mentali, viene trovato cadavere a Goro, nel Ferrarese, completamente nudo. Il ritrovamento del corpo è fatto da una donna, la quale vede nel terreno fitto di erba una sagoma nell’argine del Po. Quello di cui all’epoca si viene a conoscenza è che qualcuno lo ha ucciso con una pistola da macello, lasciandolo poi giacere lì. Nonostante siano passati 30 anni dall’accaduto, il caso è ancora avvolto nel mistero e non si è mai arrivati alla verità sul colpevole.

Recentemente, sono emerse delle novità dal prete che celebrò il funerale. Il religioso avrebbe avuto delle importanti confidenze: Willy sarebbe finito nelle mani di adulti che avrebbero abusato di lui. Nei giorni scorsi, il programma di Italia 1, Le Iene, ha riportato alla luce e all’attenzione del pubblico questa terribile vicenda. Ma non è tutto. Ci sarebbero, attualmente, anche nuovi sviluppi investigativi sul caso. Come riporta l’Ansa, infatti, la procura di Ferrara ha disposto nuovi accertamenti medico-legali alla ricerca del Dna, sulla salma del giovane.

I nuovi esami sul Dna

Il pm Andrea Maggioni ha incaricato il dottor Matteo Fabbri, esperto di genetica, di cercare nuove tracce. Ciò a seguito delle nuove metodologie e dei nuovi kit a disposizione per l’amplificazione del Dna sviluppati negli ultimi tre anni. Il genetista dovrà di fatto continuare l’attività tecnica iniziata nel 2015 dopo la riesumazione del corpo, per cercare nei campioni prelevati, in particolare nei margini delle unghie, tracce di altre persone

I nuovi accertamenti scientifici potrebbero abbattere tutto quel muro di silenzio alzato a difesa dei responsabili dell’atroce delitto. Le Iene hanno mandato in onda le immagini di Willy dal volto straziato, tempestato di percosse e di colpi della speciale pistola che veniva utilizzata per uccidere i maiali. “Ho visto quelle immagini 27 anni dopo la morte di mio fratello, sono un pugno nello stomaco” queste le parole di Luca, il fratello del giovane.

Le indagini sulla morte di Willy Branchi

Le indagini all’epoca si erano concentrate su Valeriano Forzati. La sua ultima sera, infatti, Willy viene visto uscire da una pizzeria proprio con Forzati. Quest’ultimo però, viene scagionato subito dopo e il caso archiviato. Nel 2014 furono riaperte le indagini su sollecitazione della famiglia Branchi e del loro legale, Simone Bianchi. Tutte le risposte che arrivarono portavano nella stessa direzione: il 18 enne avrebbe avuto una relazione omosessuale con un uomo potente. Willy potrebbe quindi essere morto perché aveva minacciato di rendere pubblico il rapporto.

La famiglia di Vilfrido Branchi non ha mai smesso di lottare per scoprire la verità sull’omicidio. Ciò sembra non aver sortito nessun effetto, ma qualche mese fa, precisamente nel luglio scorso, si è appreso che sono state individuate nuove persone a conoscenza di particolari importanti per la risoluzione del caso. Inoltre vi è da chiarire la posizione di un pensionato 77 enne di Goro, il quale risulta già a processo per falsa testimonianza nell’indagine del 1988, su un suo eventuale coinvolgimento nel caso.

 

 

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