Luciana Fantato: “Temo sia stata uccisa” l’ipotesi di Roberta Bruzzone
Di Luciana Fantano, la 59 enne scomparsa a Gambolò (Pavia), non si hanno più notizie dal 9 novembre 2017. Sul caso, ha detto la sua anche Roberta Bruzzone. Le sue dichiarazioni potete trovarle sul settimanale Giallo, in edicola dal 15 al 21 novembre. “Difficile davvero essere ottimisti in merito alla sua scomparsa. A nulla sono valse sinora le ricerche della donna, che da quel giorno non ha più dato alcun segnale di vita e che certo non aveva organizzato una fuga con cura” esordisce così la criminologa e psicologa forense.
“Quella di Luciana – continua l’esperta – è una storia familiare complessa, contrassegnata da rapporti conflittuali sia con il marito, Pierino Marcantognini, sia con la figlia Marta. La donna aveva già segnalato a più riprese, in particolare, la difficoltà di vivere in una casa invasa da oggetti di vario genere, come hanno mostrato le telecamere dei programmi televisivi che si sono occupati del caso”.
Il disturbo psicologico del marito di Luciana
Ricordiamo, infatti, che il marito della donna soffre di un particolare disturbo psicologico che lo porta ad accumulare oggetti inutili in modo ossessivo. A causa di questa sua “mania”, nel corso degli anni ha trasformato la casa in cui viveva con la moglie in una sorta di grosso magazzino degradato, in cui è difficile anche muoversi. Consapevole di questo suo problema, l’uomo aveva lanciato diversi appelli ipotizzando che Luciana si fosse allontanata proprio per liberarsi della situazione che si era creata in casa. “Ti chiedo scusa, cambierò, mi sto impegnando. Ma se stai bene, ti prego, faccelo sapere. Chiamaci” aveva dichiarato Marcantognini. “A oggi l’inchiesta è di omicidio volontario ( al momento contro ignoti) e temo si tratti dell’ipotesi più verosimile” conclude Roberta Bruzzone sulla sua rubrica.
Sembra che Luciana non andava d’accordo con suo marito e probabilmente neanche con la figlia. La donna ha infatti lasciato una lettera carica di odio e di pesanti parole verso il marito, incolpandolo di averle fatto passare 30 anni di inferno. Le voci di paese sostengono che l’uomo picchiasse Luciana, ma i figli smentiscono queste ipotesi. Il figlio della donna ha rivelato che sua madre, da tempo, pensava di lasciare la casa in cui vivevano e spesso diceva che se ne sarebbero andati via insieme. Poi la scomparsa. Luciana ha lasciato un altro biglietto su come si debba utilizzare la lavatrice, che al momento però non funziona.
I carabinieri la cercano in casa
Per non lasciare nulla al caso, nei giorni scorsi, sempre la Procura ha inviato a Gambolò i militari del raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Racis) di Roma per perquisire i luoghi della scomparsa. Gli inquirenti hanno compiuto sopralluoghi nella casa in cui la donna viveva con il marito, in un altro immobile nella disponibilità di Luciana e in una soffitta abbandonata, sempre di proprietà della famiglia. Sui risultati di questi ultimi aggiornamenti vige ancora il più stretto riserbo.
Gli investigatori hanno anche riascoltato Marcantognini, la figlia Marta e una vicina di casa. Il marito della donna era sospettato in passato di avere a che fare con la sparizione della moglie. Contro di lui, però, non è mai stato trovato alcun elemento. A rendere più misteriosa la vicenda ci sono poi, altri due episodi segnalati dal marito: un furto di 500 euro in contanti avvenuto poche settimane prima della scomparsa della 59 enne e le lettere anonime con minacce di morte ricevute dalla stessa Luciana.