Secondo il fratello della giovane scomparsa misteriosamente da Roma nel 1983, mentre in queste ore si esaminando i resti ritrovati sotto nel seminterrato di Villa Giorgina, Pietro, sempre molto attento all’inchiesta parla di documenti sulla Orlandi in cambio di “un’inchiesta morbida” sull’apertura della tomba di Renatino De Pedis, il boss sepolto in Sant’Apollinare.
“Ci fu una trattativa tra la magistratura romana e il Vaticano, poi la Santa Sede si tirò indietro”. Secondo Pietro la ‘trattativa’ se così si può chiamare, sarebbe nata nel 2012 quando una telefonata anonima portò i media a scavare sul grande capo della Magliana,l’ulimo dei tre Renatino De Pedis, in Sant’Apollinare. Gian Luigi Nuzzi nel libro, il‘Peccato originale’, a ipotizzato che si tratterebbero di circa quattro incontri tra l’allora procuratore capo reggente di Roma, Giancarlo Capaldo e due monsignori commissionati dal segretario di Stato vaticano e e da quel tempo Papa Benedetto XVI. E cosa volevano in cambio? Un atteggiamento “morbido”… “Paoletto il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele accusato di essere il ‘corvo‘ accusato di trafugare documenti dalla Santa Sede, ndr)mi disse di avere visto su una scrivania un dossier spillato con su scritto: Rapporto Emanuela Orlandi – dice Pietro a Il Messaggero – Difficile che fosse solo una raccolta di articoli di giornale, come hanno cercato di spiegare successivamente”.
Emanuela Orlandi: le analisi sulle ossa quasi intatte. Gli ultimi aggiornamenti
Caso Emanuela Orlandi: le ossa ritrovate nel Palazzo della Nunziatura Apostolica di Roma sarebbero non troppo degradate. Gli ultimi aggiornamenti sul caso sono state rilasciate da Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Tor Vergata, ossia il perito nominato dal Vaticano. Il direttore ha affermato che le analisi delle ossa inizieranno prossimamente. “Inizieremo nel pomeriggio le analisi, i reperti non sono ancora stati aperti. A un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”, queste le ultime notizie.
“Ora dobbiamo pulire, catalogare e ricomporre le ossa poi si vedrà se è possibileestrarne il Dna. In questo caso serviranno 7-10 giorni per un risultato, e nel frattempo, a seconda dello stato di conservazione, potremo fare delle ipotesi su quando sono state interrate, età, sesso e altezza della vittima”, il test del Dna è quello più accreditato e atteso dall’opinione pubblica.
Sulla questione è tornato anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. A proposito, l’uomo ha dichiarato: “Gli esami sulle ossa sono iniziati oggi, ce lo ha detto poco fa il procuratore. È presto per avere certezza sul Dna, occorrono almeno otto-dieci giorni. Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti», ha concluso Orlandi.
Emanuela Orlandi: ossa ritrovate nella Nunziatura: non sono della moglie del custode
Si fa sempre più insistente la possibilità che le ossa ritrovate siano o di Emanuela Orlandi o di Mirella Gregori, le due ragazze scomparse nel lontano 1983 da Roma in circostanze misteriose. Non sono della moglie del custode le ossa ritrovate sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma nei giorni scorsi. A dare la notizia Chi l’ha visto.
Stando a quanto riportato dal programma di Rai 3, infatti, la moglie del custode non sarebbe mai scomparsa. “Non è scomparsa la donna indicata da alcune ipotesi circolate sull’identità delle ossa ritrovate in una dependance della Nunziatura Apostolica di via Po. Secondo fonti di Chi l’ha visto?, i resti non possono quindi essere della moglie del custode Pino, che ha alloggiato nell’edificio all’interno di Villa Giorgina, perché lei non è scomparsa. A sostegno dell’ipotesi si era anche parlato di frequenti litigi fra i due che avrebbero potuto degenerare addirittura in un omicidio. Sulle ossa sono attesi oggi i primi risultarti della analisi della Scientifica” questo il comunicato della trasmissione.
Mentre cade questa pista, dovrebbero essere noti in giornata i primi risultati medico-legali degli esami sui resti umani recuperati lo scorso 30 ottobre. Attendono, intanto, le famiglie di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, le due quindicenni scomparse da Roma nel 1983. “Il luogo del ritrovamento è vicino al cinema che io e Mirella frequentavamo da ragazzine – dice Antonietta Gregori – e a 10 minuti da casa nostra“. Per quanto riguarda la famiglia Orlandi, Pietro, fratello di Emanuela, ha rilasciato nelle ultime ore interviste in cui ricorda la presunta trattativa andata in scena tra il procuratore di Roma Giancarlo Capaldo e alcuni rappresentati del clero, nel 2012.