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Emanuela Orlandi, il fratello: “Trattativa col Vaticano sul caso di mia sorella”

A pochi giorni dal ritrovamento di ossa umane sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica a Roma, parla Pietro Orlandi. La clamorosa scoperta è stata da subito associata alla scomparsa della sorella Emanuela, avvenuta nel 1983. Per sapere a chi appartengano le ossa, però, bisognerà aspettare ancora. Non è escluso che i primi risultati possano essere resi pubblici nelle prossime ore. Quello di cui si è a conoscenza, al momento, è che molto probabilmente si tratta delle ossa di una donna, dal corpo minuto e di bassa statura. Inoltre, pare che le indagini si siano concentrate sull’arcata dentale. L’attenzione degli inquirenti, da un primo esame esterno, si è soffermata infatti sulla presenza di un dente, probabilmente un molare, che potrebbe essere quello del giudizio e ciò porterebbe ad escludere si tratti di un bambino.

Le dichiarazioni di Pietro Orlandi

Pietro Orlandi, ripreso dalle telecamere de La Presse, dice la sua sul misterioso ritrovamento e sul ruolo del Vaticano nella vicenda. “Adesso bisogna aspettare per capire se le ossa sono di Emanuela. Anche se non sono di Emanuela, di qualcuno sono. Non è normale che una persona muore e viene messa sotto una mattonella. Io finché non trovo un corpo, dico che Emanuela è viva” esordisce. Orlandi poi aggiunge: “Da una parte sarei contento perché poi ci sarà da combattere per capire chi eventualmente l’ha uccisa e l’ha messa lì sotto. Però dall’altra, devo dire, che pensare alle sofferenze che ha patito mi rattrista e mi aumenta la rabbia enormemente”. L’uomo parla in seguito del coinvolgimento del Vaticano nella scomparsa della sorella.

“Il ritrovamento di quelle ossa, mi ha ricordato quell’incontro ce c’era stato in Vaticano. Nel 2012 il magistrato che si è occupato dell’inchiesta, Giancarlo Capaldo, viene convocato in Vaticano. Vengono fatte due richieste – spiega – . La prima è che fosse la magistratura ad occuparsi della tomba di De Pedis, la seconda, quella più importante e assurda è che chiedevano alla magistratura un aiuto per risolvere la questione di Emanuela. Per questo erano disposti a dare al magistrato il fascicolo con dei nomi di personalità che avevano avuto responsabilità in questa vicenda. Al che il magistrato chiese che la famiglia più che i responsabili avrebbe voluto trovare il corpo. E la risposta è stata assurda, perché è stata va bene“. Parole forti quelle di Pietro Orlandi, che poi conclude: “Come disse Papa Francesco chi tace è complice: per me sono tutti complici“.

Il comunicato della Santa Sede

E’ del 30 ottobre 2018, il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede sul ritrovamento di ossa nella Nunziatura Apostolica. “Durante alcuni lavori di ristrutturazione di un locale annesso alla Nunziatura Apostolica in Italia, sita in Roma, Via Po 27, sono stati rinvenuti alcuni frammenti ossei umani. Il Corpo della Gendarmeria è prontamente intervenuto sul posto, informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le Autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione per la vicenda. Allo stato attuale il Procuratore Capo di Roma, Dott. Giuseppe Pignatoneha delegato la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile della Questura di Roma al fine di stabilire l’età, il sesso e la datazione della morte“.

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