
Il gip Barbara Lancieri ha disposto nuove indagini sul caso di Sissy Trovato Mazza. A chiedere con insistenza che la vicenda non venisse archiviata è stato l’avvocato Fabio Anselmo, che sta assistendo la famiglia della donna. Due anni fa l’agente di polizia penitenziaria, in servizio al carcere femminile di Giudecca, fu ritrovata gravemente ferita alla testa da un colpo di pistola, all’interno dell’ascensore del reparto di pediatria del Padiglione Jona dell’ospedale Civile. La donna, che continua a versare in gravi condizioni, è tornata a vivere in Calabria.
Le parole della famiglia
“Non sappiamo se ci vede o ci sente, ma lo speriamo. Percepisce che è a casa e che siamo tutti vicini a lei“, ha dichiarato il papà di Sissy a La Vita in Diretta. “Mi manca, mi manca tantissimo. All’inizio ci avevano detto che era avvenuto un incidente”. Per i genitori non c’erano elementi per pensare che Sissy potesse maturare il tentativo di suicidio. “Non si sarebbe mai sparata. Aveva cambiato casa, era felice della sua squadra di calcio, tornava quasi ogni settimana da noi“, ha raccontato la mamma. Ma sul lavoro c’erano problemi: “Mi aveva detto che aveva trovato della droga. Si era iscritta all’università perché non voleva essere un semplice agente”.
L’opinione di Roberta Bruzzone
A La vita in Diretta, è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone per dire la sua sul caso. “Tutti gli elementi di questa inchiesta vanno sviluppati”, ha commentato l’esperta che confidava proprio in questa decisione da parte del gip. Ma cos’è che non torna? La Bruzzone ha risposto fermamente: “Tutto. Non torna il posizionamento dell’esplosione del colpo di arma da fuoco, non torna il fatto che dovrebbe essere un colpo esploso a distanza ravvicinata ma all’interno dell’arma non c’è sangue“, ha spiegato.
La criminologa ha poi ribadito che quel posizionamento sarebbe da ritenersi “anomalissimo per un suicidio“, a partire dal fatto che la giovane fu ritrovata con l’arma ancora impugnata, aspetto davvero anomalo in casi simili. “E’ molto strano che lei impugnasse l’arma in modo così preciso, potrebbe essere un riposizionamento”, ha aggiunto. E poi non torna la questione del telefonino. Nel video delle telecamere interne all’ospedale, Sissy è ripresa mentre, molto probabilmente, parla al telefono con qualcuno. Quel cellulare è stato però ritrovato nel suo armadietto alcuni giorni dopo il tragico accaduto.
Le anomalie del caso
L’avvocato Fabio Anselmo ha così commentato la decisione del gip: “Siamo molto soddisfatti e speriamo che si faccia in tempo ad acquisire tutti i dati. Si tratta di un passaggio estremamente importante per fare chiarezza e cercare la verità” queste le sue parole riportate da Il Gazzettino. Il 6 novembre il legale incontrerà il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La famiglia sostiene che qualcuno ha provato ad ucciderla, mentre inizialmente è emersa l’ipotesi di un tentato suicidio. Ora il gip ha rinviato gli atti alla Procura affinché venga fatta luce su vari aspetti.
È stata accolta la richiesta di acquisizione delle celle telefoniche di Sissy e della collega Silvia Baratta, sua ex convivente anche per verificare il suo racconto. Accolta anche la richiesta di controlli sull’arma per trovare altre tracce di Dna. Si ipotizzava l’eventualità che l’arma fosse stata pulita prima di essere stata posizionata, da un eventuale aggressore, nella mano destra della donna. Ma il giudice vuole anche che venga controllato il pc della donna per verificare eventuali cancellazioni. Inoltre, i consulenti dovranno stabilire se la lesione è compatibile con il ritrovamento dell’arma impugnata.