
Freddy Mercury, il cantante del famosissimo gruppo “Queen”, è tornato al centro delle cronache. Recentemente, il Corriere della Sera ha riportato una notizia che sta facendo molto discutere e che avrebbe come protagonisti i denti del cantante, deceduto nel lontano 1991, dopo una carriera strepitosa. La testata riporta infatti i motivi secondo cui il frontman non avrebbe mai voluto sistemarsi i denti. Mercury aveva una malformazione: nella sua arcata dentale si contavano ben quattro incisivi in più. Per lui non era di certo un problema,dato che decise di non porvi mai rimedio. Motivo? Proprio quegli incisivi gli miglioravano l’estensione vocale.
Questo piccolo difetto estetico, nonostante Mercury non abbia mai voluto porci rimedio, fu un grande limite per lui. A causa di questa sporgenza, il cantante stava per essere escluso dal gruppo da Brian May e Roger Taylor, cambiarono però idea una volta ascoltata la sua voce celestiale. Beh che dire? Aveva ragione!
La polemica dei Queen contro Donald Trump
Una polemica che risale al 2016, quando all’odierno Presidente degli Stati Uniti Donald Trump gli fu vietato di usare le canzoni del gruppo britannico.
Brian May, il chitarrista storico del gruppo ha quindi immediatamente chiesto al candidato repubblicano di non usare più brani della band nella sua campagna elettorale, pubblicando un comunicato sul suo sito internet: “In seguito alla comparsata televisiva di Donald Trump sotto le note di una nostra canzone ho ricevuto una valanga di proteste. Anche se questa non è una dichiarazione ufficiale dei Queen, posso confermare che non è stato accordato alcun diritto di utilizzo per il nostro brano. Mi auguro che la cosa non si ripeta.
Al di là delle opinioni personali del signor Trump, i Queen sono sempre stati contrari all’uso della loro musica per fini politici.” Aggiungendo: “Faremo tutto il possibile per dissociarci dalla sgradevole campagna di Donald Trump”. Il magnate americano evidentemente non pensava di incorrere in questo tipo di polemica, mentre ai fan dei Queen questa mossa non è proprio andata a genio, mandando “una valanga di proteste” al loro amato gruppo. Lo stesso divieto Trump lo ha ricevuto dai Rolling Stone i quali però hanno utilizzato un tono più pacato: “non ha l’autorizzazione per usare le nostre canzoni”.