Emanuela Orlandi, la storia del rapimento: 22 giugno 1983 ad oggi
Caso Emanuela Orlandi: la scomparsa della giovane avvenuta nel lontano 22 giugno 1983, ecco la storia del suo rapimento. Proprio nella serata di martedì 30 ottobre, il Vaticano ha pubblicato una nota ufficiale, in cui si riportava la notizia del ritrovamento di alcune ossa nel palazzo della Nunziatura Apostolica a Roma. E subito si sono riaccesi i riflettori sul caso di Emanuela Orlandi. La famiglia, che non ha mai dimenticato la sua scomparsa, ora vuole la verità. Portavoce delle richieste di Pietro Orlandi e l’intera famiglia, l’avvocato Laura Sgrò.
Emanuela Orlandi: ecco cosa le successe quel 22 giugno del 1983
Aveva solo 15 anni, quando Emanuela Orlandi è scomparsa senza lasciare traccia. La ragazza, durante la serata del 22 giungo 1983, finì la sua lezione di flauto presso la scuola di musica Tommaso Ludovico da Victoria in piazza Sant’Apollinare, nel centro di Roma. Uscita dalla scuola chiamò sua sorella per dirle che le era stato proposto un lavoro come promotrice di prodotti cosmetici. Una volta arrivata alla fermata dell’autobus che l’avrebbe condotta a casa, Emanuela diventa uno dei tanti scomparsi d’Italia.
Dopo ben 35 anni le cose potrebbero subire una svolta. Dopo il ritrovamento delle ossa che subito ha fatto pensare alla scomparsa della ragazza, si apre uno spiraglio per la verità. Negli anni sono stati tanti i testimoni e le piste che gli investigatori hanno portato avanti. Dal coinvolgimento del Vaticano fino alla pista della Banda della Magliana. Il suo caso si è intrecciato a quella di un’altra ragazza romana, Mirella Gregori, anche lei quindicenne, che scomparve il 7 maggio 1983. Ancora non si sa se ci sono legami tra i due casi, ma spesso i nomi delle due ragazze sono state accostati.
Le parole di alcuni testimoni
È sempre alta l’attenzione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, soprattutto dopo le ultime notizie fornite da un testimone, il quale ha rivelato cosa le successe quel terribile 22 giugno del 1983. A diffondere le dichiarazioni della nuova fonte è il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci nel suo gruppo Facebook “Giornalismo Investigativo“. Il laico romano, esperto di cose religiose e residente in quartiere a ridosso del fiume Tevere, si è deciso a parlare grazie all’analoga scelta del prelato ultranovantenne. “Ormai siamo arrivati a un passo e io la verità non la temo. Lo dobbiamo a Emanuela, a Mirella e ai loro familiari che hanno tanto sofferto“, afferma il teste a Peronaci. Le nuove affermazioni fatte dal laico sono perfettamente sovrapponibili con quelle del monsignore. Entrambi riferiscono che Emanuela Orlandi la sera della scomparsa venne portata nel grande complesso di Sant’Anselmo, all’Aventino, e da lì, nelle ore successive, trasferita in auto verso Nord.
“Alcuni monaci benedettini di Sant’Anselmo mi hanno confermato, per averne parlato con dei confratelli, un breve soggiorno della Orlandi nel loro convento. La voce è cherestò una notte. Ad assisterla c’era una suora“, rivela il nuovo testimone al giornalista Fabrizio Peronaci. La religiosa doveva tranquillizzare ed assistere Emanuela Orlandi. Stando alla testimonianza, la 15enne del Vaticano fu fatta entrare nel grande complesso di Sant’Anselmo di nascosto, da una porta a sinistra dell’uscio centrale della basilica, verso le 19, l’ora dei vespri. Inoltre chi prese “in consegna” l’adolescente era rifornito della chiave. Ma chi era la suora che si è occupata di Emanuela Orlandi?