Da qualche settimana la trasmissione Le Iene è tornata a parlare di uno dei delitti più atroci nella storia del nostro Paese. Si tratta della strage di Erba. Puntata per puntata, Antonino Monteleone sta cercando di indagare sulla vicenda. La iena, in particolare, si sta concentrando sulle prove decisive che hanno portato alla condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. Un’inchiesta che sta riaprendo il dibattito tra colpevolisti e innocentisti. Pietro e Beppe Castagna, però, non ci stanno. Quel delitto ha strappato dalle loro vite la madre Paola Galli, la sorella Raffaella Castagna e il nipotino Youssef.
Il post su Facebook
I fratelli affidano il loro sfogo ad un post pubblicato su Facebook. “Abbiamo vissuto anni di processi, visto decine di periti, ascoltato centinaia di ore di dibattiti, non dieci minuti di trasmissione tra uno stacchetto della Marcuzzi e l’altro, ma davanti a una corte di primo grado a Como, di secondo grado a Milano, una corte di cassazione a Roma in anni di processo, tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici, davanti a noi parenti delle vittime, non davanti ad una telecamera, non davanti a quel perverso meccanismo che deve solo ‘vendere’ non verità, ma torbide menzogne, menzogne tanto vigliacche che insinuano, tanto vigliacche da parlare di noi e che d’ora in poi non lasceremo più impunite”.
“Il problema è che in questo meccanismo perverso ci sono vittime, persone e sentimenti, non un prodotto, non una nomination del Grande Fratello, non una discussione da bar, non un rigore mancato su un campo di calcio – continua nel suo post Pietro Castagna – ma delle persone, con una vita o quello che ne rimane di essa, e sopravvivere, da anni, a questo meccanismo non solo è difficile, ma profondamente ingiusto. Premeditazione, movente, confessioni (che io chiamerei rivendicazioni), testimone oculare, tracce ematiche, intercettazioni, ammissioni annotate in carcere: potreste anche non essere convinti di qualcuna di queste cose, ma non potete credere che tutto sia davvero frutto di un complotto”.
“La verità per noi è solo una…”
I fratelli Castagna concludono poi il loro pensiero. “Ora, non sta a noi, né difendere la procura né gli inquirenti né il loro operato, consentiteci di difendere però la verità, che per noi è solo una, consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come ‘un gigante buono e una gracile signora'”.
“Questo gigante buono e questa gracile signora hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario, spezzando pochi anni dopo la sua vita e pochi mesi fa la vita di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo. La superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole e chi sfrutta questa debolezza di molti solo per fare audience o per crearsi carriere o visibilità, è un vigliacco.”
Antonino Monteleone intervista Olindo Romano
Nella puntata de Le Iene di domani 28 ottobre 2018 andrà in onda l’intervista di Antonino Monteleone a Olindo Romano. La iena si è recata nel carcere dove l’uomo, condannato all’ergastolo per la strage di Erba, è detenuto. Si tratta della prima volta, dopo ben 12 anni di silenzi, che Olindo Romano ha deciso di parlare con un giornalista.