Nonostante la sentenza che lo ha condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, Antonio Logli continua a professarsi innocente. L’uomo, al momento, non è in carcere in quanto i suoi legali hanno richiesto l’appello in Cassazione. “Roberta è fuggita e il testimone (Loris Gozi, ndr.) mente. Non può avermi visto con lei la notte in cui è scomparsa: a quell’ora dormivo” queste le parole di Logli, riportate dal settimanale Giallo.
“Alle 6.45, quando è suonata la sveglia, mi sono accorto che mia moglie non era a letto con me. Dopo aver controllato in casa, ho notato che la porta d’ingresso non era chiusa a chiave come era stata lasciata la sera prima. Mia moglie si sarà allontanata in pigiama” afferma il 55 enne. Loris Gozi, il teste chiave della vicenda nonché vicino di casa, continua a sostenere di aver visto Antonio Logli in strada la notte in cui è scomparsa Roberta. In particolare, dichiara di averlo notato in due diversi momenti: la prima volta Logli era da solo a bordo della propria macchina parcheggiata in via Gigli, a circa 400 metri da casa. La seconda, una ventina di minuti dopo, l’uomo litigava con una donna (presumibilmente la Ragusa) accanto a un’altra auto. Il marito di Roberta nega di essere uscito di casa quella notte, dando dunque del bugiardo al testimone.
Logli accusa inoltre Gozi di essere passato da un iniziale timore nel riferire la sua versione dei fatti all’improvvisa decisione di uscire allo scoperto e di integrare le proprie dichiarazioni con dettagli sempre nuovi. Non è però la prima volta che l’uomo prova a screditare Loris. In una passata intercettazione, lo definiva addirittura “un tossicodipendente con problemi di soldi“.
Gli avvocati difensori di Antonio Logli, Saverio Sergiampietri e Roberto Cavani, hanno depositato il ricorso in Cassazione. Si avvia quindi l’atto finale del processo riguardante la scomparsa di Roberta Ragusa. Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura la giovane madre è stata uccisa dal marito. Il corpo di Roberta non è mai stato ritrovato ma ciò, per chi ha svolto le indagini, non determina l’incertezza del delitto. Indubbiamente l’eventuale ritrovamento farebbe chiarezza sulla dinamica dell’atto omicidiario tuttavia non aggiungerebbe ulteriori elementi. Antonio Logli è ritenuto il solo colpevole della scomparsa e della morte di Roberta Ragusa e per tale ragione è stato condannato a 20 anni di reclusione.
Per i legali del marito di Roberta Ragusa ci sarebbero dei passaggi illogici nella ricostruzione basata su orari e testimonianze. Su questi elementi baseranno il ricorso. Secondo la Corte d’Appello il movente sarebbe legato a motivi economici. Roberta Ragusa avrebbe scoperto la relazione extraconiugale del marito ed era intenzionata a lasciarlo. Logli temeva che con la separazione avrebbe potuto perdere tutto: l’autoscuola era intestata ad entrambi i coniugi e la casa era di proprietà dei genitori della donna. Per i giudici d’Appello la tesi dell’allontanamento volontario sostenuta dalla difesa è “del tutto fantasiosa e illogica”. La sentenza definitiva sarà celebrata almeno tra un anno.
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