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Stefano Cucchi, le intercettazioni scioccanti: “Magari morisse”

Tra gli atti depositati ieri 24 ottobre 2018, nell’udienza sul nuovo filone di indagine sulla morte di Stefano Cucchi, ci sarebbe anche un’intercettazione scioccante.  In quest’ultima, un carabiniere (poi imputato per calunnia nel processo davanti alla prima corte d’assise) parlava al telefono con il capoturno della centrale operativa del comando provinciale: “Magari morisse, li mortacci sua“, avrebbe detto all’alba del 16 ottobre del 2009, poche ore dopo l’arresto di Stefano Cucchi. In particolare il militare fa riferimento alle condizioni di salute del 31enne geometra che si trovava in quel momento nella stazione di Tor Sapienza, dopo essere stato pestato alla caserma Casilina. “Mi ha chiamato Tor Sapienza – dice il capoturno della centrale operativa -. Lì c’è un detenuto dell’Appia, non so quando ce lo avete portato se stanotte o se ieri. È detenuto in cella e all’ospedale non può andare per fatti suoi”. E l’altro: “È da oggi pomeriggio che noi stiamo sbattendo con questo qua“.

Stefano Cucchi, il pm: “Una storia piena di falsi”

Questa storia è costellata di falsi, subito dopo il pestaggio ed è proseguita in maniera ossessiva anche dopo la morte di Cucchi. C’è stata un’attività di inquinamento probatorio che ha indirizzato in modo scientifico prove verso persone che non avevano alcuna responsabilità. Persone che sono state sottoposte a giudizio fino in Cassazione e ora sono parte civile perché vittime di calunnie”. Sono queste le parole del pm Giovanni Musarò. Dichiarazioni che arrivano in apertura di udienza del processo a carico di 5 carabinieri per la morte di Stefano Cucchi. Il pm ha anche annunciato il deposito di nuovi verbali integrativi di indagine nel procedimento per falso.

Il pubblico ministero ha poi continuato. “Quello che ha detto il carabiniere Francesco Di Sano nell’udienza del 17 aprile è vero. La modifica dell’annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi non fu frutto di una decisione estemporanea e autonoma di un militare. Fu l’esecuzione di un ordine veicolato dal comando di stazione, che a sua volta recepì un ordine dal comandante di compagnia, che a sua volta aveva recepito un comando dal gruppo“. Musarò ha così motivato la sua decisione di depositare nuovi atti istruttori. “Solo così si può capire il clima che si respirava in quei giorni e perché quella annotazione del 22 ottobre sia stata fatta sparire senza che nessuno ne parlasse per nove anni” ha aggiunto il rappresentante della accusa.

Le parole di Bonafede a Ilaria Cucchi

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato presente durante l’udienza. “Ho detto ad Ilaria che stiamo lavorando affinché casi come il suo abbiano giustizia in tempi brevi. Non tutte le famiglie hanno persone con la determinazione di Ilaria. Non è giusto che chi chiede giustizia debba far conto sulla propria determinazione per ottenerla, senza entrare nel merito del processo”, ha dichiarato il Ministro. Bonafede ha poi aggiunto: “Io sono il ministro e quindi non voglio e non posso dire nulla su questo caso per rispetto della magistratura. Sto lavorando però per fare in modo che chi si rivolge allo Stato per ottenere giustizia la ottenga in tempi rapidi”.

 

 

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