Yara Gambirasio, Massimo Bossetti voleva farla finita. La decisione dopo la condanna
Caso Yara Gambirasio: viene rivelata la decisione di Massimo Bossetti. Appena venuto a conoscenza della condanna all’ergastolo, confermata dalla Cassazione, il muratore di Mapello avrebbe deciso di farla finita. La notizia gli era arrivata direttamente dalla tv, l’uomo infatti aspettava la sentenza dal carcere di Bergamo nel quale è rinchiuso dallo scorso 16 giungo 2014.
Alla notizia appresa dalla tv, Bossetti avrebbe avuto una vera e propria crisi ed è stata la moglie, Marita Comi, a salvarlo. E’ questo quello che viene svelato dal settimanale Oggi, il quale riporta la notizia in esclusiva. L’uomo, ora definito dalla legge colpevole dell’efferato omicidio della piccola Yara, ha il sostegno dei suoi compagni carcerati, i quali ha creato una vera e propria rivolta chiedendo a gran voce il riesame del caso.
Tutti voi vi sarete chiesti: cosa è successo a Bossetti dopo aver saputo della condanna definitiva? Le voci ci parlano di una crisi di pianto e sconforto, che avrebbe prodotto in Massimo Bossetti un malore. L’uomo è stato sorretto dai compagni e prontamente soccorso da un infermiere che lo ha sedato. La sua vita è davvero cambiata per sempre e sulla sua testa pesa un incudine davvero pesante. Secondo i vari gradi di giudizio è lui l’assassino della ginnasta di Brembate.
In molti però sostengono ancora la sua innocenza, il web è pieno di commenti di chi lo crede totalmente estraneo dalla vicenda. Chi invece ha sempre spinto per la condanna è la criminologa Roberta Bruzzone, la quale ha spiegato su Giallo le motivazioni e le prove che sarebbero a capo dell’imputato.
Yara Gambirasio: “Non solo il dna. Contro Bossetti numerose prove” L’ipotesi di Roberta Bruzzone
La Cassazione si è pronunciata qualche giorno fa, precisamente il 12 ottobre 2018, nei confronti di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. I giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna all’ergastolo. Massimo Bossetti per i giudici è l’assassino di Yara. Il muratore di Mapello ha atteso la sentenza nel carcere di Bergamo, dove si trova dal 16 giugno del 2014. L’efferato omicidio della 13 enne di Brembate di Sopra, vista la sua brutalità, sconvolse l’intera opinione pubblica. Per Yara quel 26 novembre del 2010 era un giorno come tanti, dove una delle sue priorità era allenarsi nella disciplina che tanto amava: la ginnastica ritmica. In quel tardo pomeriggio però la sua vita è stata stroncata per sempre.