Gessica Lattuca, spunta l’ombra dei ricatti hard ai clienti del giro di prostituzione
Spunta una clamorosa traccia che sembrerebbe legare la scomparsa di Gessica Lattuca al giro di ragazze squillo gestito da Gaspare Volpe, suo ex datore di lavoro e oggi in carcere. Pare che gli inquirenti stiano indagando su delle vere e proprie estorsioni a luci rosse. Secondo quanto emerso, infatti, alcune delle donne presenti nell’organizzazione avrebbero ricattato i clienti considerati maggiormente facoltosi, quelli che avevano una reputazione da mantenere o più semplicemente uomini sposati.
Volpe è finito in manette poiché coinvolto nel giallo della giovane mamma di 4 figli, sparita da Favara il 12 agosto scorso. L’uomo però non agiva da solo, bensì insieme ad un altro pregiudicato favarese, ed insieme gestivano un giro di prostituzione. Dalle intercettazioni telefoniche, effettuate dai Carabinieri di Agrigento tra il 2015 e il 2017, è emerso più volte che Gessica Lattuca si prostituiva insieme ad una sua amica. Le giovani in cambio della prestazione sessuale con i clienti, come riporta Il Messaggero, ricevevano poche decine di euro, dosi di cocaina e generi alimentari.
Ora, però, sembra affacciarsi un’altra inquietante ipotesi sul caso della 27 enne scomparsa. Sembrerebbe che all’interno del giro di prostituzione siano coinvolte non solo ragazze residenti a Favara, ma anche ad Agrigento e Castrofilippo. Gli incontri fra queste e i clienti sarebbero avvenuti in località appartate, lontane da occhi indiscreti e spesso in autovetture o in casolari di campagna in disuso. Ma non è tutto qui. Pare, infatti, che alcune delle ragazze coinvolte fossero solite filmare le effusioni con un cellulare nascosto nelle borsette. Tutto questo all’insaputa del cliente di turno e per poterlo, in seguito, ricattare. Tale pista investigativa non ha fornito ancora elementi utili al ritrovamento di Gessica. Tuttavia, sembra comunque essere importante per giungere alla soluzione del giallo.
Gessica Lattuca scomparsa: indagato l’ex compagno per sequestro di persona
Dove sia Gessica Lattuca è ancora oggi un mistero. A due mesi esatti dalla scomparsa, gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati l’ex compagno Filippo Russotto. L’uomo è il padre di tre dei quattro bambini della giovane, sparita da Favara il 12 agosto scorso. L’iscrizione del nome nel fascicolo è un atto dovuto. A comunicarlo è sia la Procura di Agrigento che l’avvocato di Filippo Russotto. Nel frattempo nei laboratori dei Ris di Messina si svolgeranno oggi, 12 ottobre 2018, i primi accertamenti tecnici sui reperti prelevati dalla casa dell’ex compagno di Gessica. La Procura, mediante l’iscrizione nel registro degli indagati di Russotto, ha permesso all’uomo di poter assistere all’esame dei reperti. Stando alle ultime indiscrezioni, sembra che l’ex compagno di Gessica Lattuca, insieme al suo avvocato, ha deciso di essere presente agli esami di laboratorio sui materiali repertati. Il legale ha definito tali accertamenti come atti che escluderanno la responsabilità dell’uomo nella scomparsa. Saranno inoltre presenti anche i periti tecnici di Russotto.
Gessica Lattuca, sconvolgente novità: i sub cercano il corpo in un pozzo
Le indagini sulla scomparsa di Gessica Lattuca proseguono senza sosta. I sub del nucleo specializzato dei militari dell’Arma, insieme al gruppo speleo fluviale dei vigili del fuoco, stanno scandagliando tutti i pozzi e le acque presenti nella zona di Favara in cerca del corpo. Nel frattempo gli inquirenti procedono con gli interrogatori e con le indagini. Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2018 sono stati ascoltati nuovamente tutte le persone informate dei fatti. Stando alle ultime indiscrezioni non si esclude che qualcuno possa aver fornito qualche indicazione rilevante sulla scomparsa di Gessica Lattuca. Anche le intercettazioni relative al giro di prostituzione potrebbero aver fornito agli inquirenti elementi utili per rintracciare la donna. La speranza di trovare la giovane viva resta, anche se le piste e le ricerche seguite dagli inquirenti sembrano propendere per un esito tragico. Al momento però gli inquirenti non si sbilanciano, soprattutto al fine di preservare le indagini.