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Strage di Erba: la scioccante rivelazione del carabiniere a Le Iene

Continua l’inchiesta de Le Iene sulla strage di Erba. Nella puntata andata in onda ieri sera, 14 ottobre 2018, Antonino Monteleone si è concentrato sul giallo delle intercettazioni e sulla macchia di sangue che ha inchiodato Olindo Romano. La Iena, questa volta, ha chiamato in causa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, chiedendogli di trovare le intercettazioni ambientali che sono misteriosamente sparite. Mancano, infatti, sei giorni interi in cui Mario Frigerio ha ricevuto la visita del neurologo che doveva testare i suoi ricordi della strage. Ma non è finita qui: mancano anche le registrazioni dei dialoghi fra Olindo e Rosa dopo la strage. Raggiunto da Monteleone, Bonafede si è così espresso: “Il ministero può fare delle verifiche, nelle valutazioni del magistrato non posso entrare. Mi riservo di verificare. Non snobbo le segnalazioni. Questo è un caso molto grave, io voglio che la giustizia sia credibile agli occhi dei cittadini“.

Le rivelazioni del carabiniere

Oltre le intercettazioni, un’altra prova schiacciante che potrebbe riaprire il caso, a detta de la Iena, è la macchia di sangue di Valeria Cherubini, la vicina di casa uccisa, rinvenuta sul battitacco dell’auto di Olindo. Si tratta dell’unica prova scientifica che ha inchiodato i due coniugi. Per questo, Monteleone si è recato da Carlo Fadda, il brigadiere del nucleo operativo di Como, che effettuò in prima persona il rilievo sulla macchia. Fu lui a scattare la fotografia ma ammette, inconsapevole di essere ripreso, che il sangue potrebbe essere stato frutto della contaminazione dai carabinieri che erano stati sul luogo della strage.

Interrogato su chi fosse l’altro uomo presente nella foto, risponde: “Quell’uomo era lì ma non faceva i rilievi“. Monteleone fa poi notare che non è stata neppure evidenziata la luminescenza. “Ci voleva la macchina fotografica più adeguata per fare quella foto” controbatte Fadda. Quando la Iena chiede se si può trattare di inquinamento, cominciano le rivelazioni del brigadiere: “Non posso sapere chi è entrato in macchina, se la macchina è stata lasciata da un collega“. Pensando di non essere registrato, si sbilancia: “Gli avvocati potevano puntare sull’inquinamento di quella traccia. Perché non hanno combattuto su quello? Quella macchia non li avrebbe mai mandati all’ergastolo. L’auto comunque non è mai stata oggetto di analisi accurata“.

Strage di Erba a Le Iene, dubbi sulla testimonianza di Mario Frigerio: sparite le intercettazioni 

Le Iene nella puntata del, 7 ottobre 2018, sono tornate sulla strage di Erba,soffermandosi questa volta su alcuni particolari scioccanti. Nella precedente puntata avevano evidenziato alcuni dati che tenderebbero a ritenere i coniugi Olindo Romano eRosa Bazzi colpevoli della mattanza. I due, per la giustizia italiana, hanno trucidato a coltellate e a sprangate l’11 dicembre del 2006 Raffaella Castagna, il suo bambino di due anni e mezzo, Youssef Marzouk, la nonna del piccolo, Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini e il suo cane. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, venne trovato sul pianerottolo in condizioni gravi e fu l’unico sopravvissuto anche se, purtroppo, è deceduto per un tumore incurabile nel 2014. Proprio sulla testimonianza di quest’ultimo si è soffermato la Iena Antonino Monteleone.

In un’intercettazione ambientale del 15 dicembre del 2006 Mario Frigerio in ospedale descrive il suo aggressore come un uomo dalla pelle olivastra, molto forte, più alto di lui di alcuni centimetri, con capelli folti e corti. Nei giorni a seguire però le versioni mutano leggermente fino a quando Frigerio, il 2 gennaio del 2007, identificò Olindo Romano. La sua testimonianza fu fondamentale a processo per condannare la coppia. A fare il nome di Olindo Romano per la prima volta, stando quanto evidenziato dal programma, è stato il maresciallo Gallorini.

Secondo alcuni esperti, intervistati da Antonino Monteleone, l’atto compiuto dal maresciallo ha influenzato drasticamente la memoria e i ricordi di quella sera di Frigerio. Inoltre un fatto particolare sembra porre una perplessità: la mattina del 25 dicembre del 2006 i carabinieri che piantonavano la stanza di Frigerio in ospedale vanno dalla vittima. L’intercettazione di quell’incontro però manca. Come mai non tra le intercettazioni non vi è?

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