Caso Stefano Cucchi, svolta nel processo: il commento di Alessandro Borghi
“La giustizia è lenta, ma arriva per tutti”. Così su Twitter ha voluto commentare l’attore romano Alessandro Borghi, interprete del film Sulla mia pelle, pellicola che racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi. La svolta nel processo sulla morte del giovane geometra romano che vede imputati 5 militari, è arrivata giovedì 11 ottobre 2018. Dopo 9 anni di processi, infatti, uno dei carabinieri coinvolti, Francesco Tedesco, ha ammesso il pestaggio ai danni del ragazzo. Tra gli attori più acclamati alla mostra del cinema di Venezia, per lanciare il film il giorno della sua uscita nelle sale, Borghi aveva scritto sui social: “Questo film merita la sala. I respiri. I pensieri degli altri. Restare seduti anche quando il film è finito. E guardarsi intorno. Si merita questo. Si merita le persone. Il pubblico. Con il cuore. A Stefano. Dobbiamo essere tanti”.
Stefano Cucchi, carabiniere confessa il pestaggio: chiamati in causa due colleghi
Il carabiniere accusato della morte diStefano Cucchiha confessato il pestaggio e non solo. La sua è una vera e propria dichiarazione scioccante, che segna allo stesso tempo una vera e propria svolta.Il militareFrancesco Tedescoha ammesso il pestaggio nei confronti del geometra romano, deceduto durante la custodia cautelare il 22 ottobre del 2009. L’uomo è accusato di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità. Assieme al carabiniere Tedesco sono imputati per lo stesso capo d’imputazione Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. I tre militari sono accusati di aver malmenato Stefano Cucchi con pugni e calci, facendolo cadere e procurandogli lesioni divenute mortali. Il militare Francesco Tedesco è accusato anche, insieme a Vincenzo Nicolardi e al maresciallo Roberto Mandolini, di falso e calunnia per l’omissione nel verbale d’arresto dei nomi dei Di Bernardo e D’Alessandro. Risponde inoltre dell’accusa di aver testimoniato il falso al processo di primo grado.
La denuncia del carabiniere Tedesco
A rendere nota l’accusa è stato lo stesso pm Giovanni Musarò, che ha parlato di un’attività di indagine nata dalla denuncia di Francesco Tedesco. Il carabiniere ha ricostruito agli inquirenti quanto avvenne al fermo di Stefano Cucchi. Il 20 giugno scorso Tedesco ha presentato una denuncia in Procura sulla vicenda e subito il pubblico ministero ha avviato ulteriori indagini. L’uomo è stato ascoltato dai magistrati ben tre volte tra luglio e ottobre. Francesco Tedesco ha sostenuto al pm che quando seppe della morte di Cucchi scrisse una notazione di servizio. Sulla base di questo atto è stato iscritto un procedimento contro ignoti nell’ambito del quale lo stesso Tedesco ha reso tre dichiarazioni. “Ha ricostruito i fatti di quella notte – ha aggiunto il pubblico ministero – e ha chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. Nei riscontri effettuati dalla Procura è emerso che è stata redatta una nota di servizio, successivamente sottratta. Il comandante della stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza. Su questo nuovo ed importantissimo tassello è intervenuto anche l’avvocato di Francesco Tedesco.