Stefano Cucchi, carabiniere confessa il pestaggio: chiamati in causa due colleghi
Il carabiniere accusato della morte di Stefano Cucchi ha confessato il pestaggio e non solo. La sua è una vera e propria dichiarazione scioccante, che segna allo stesso tempo una vera e propria svolta. Il militare Francesco Tedesco ha ammesso il pestaggio nei confronti del geometra romano, deceduto durante la custodia cautelare il 22 ottobre del 2009. L’uomo è accusato di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità. Assieme al carabiniere Tedesco sono imputati per lo stesso capo d’imputazione Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. I tre militari sono accusati di aver malmenato Stefano Cucchi con pugni e calci, facendolo cadere e procurandogli lesioni divenute mortali. Il militare Francesco Tedesco è accusato anche, insieme a Vincenzo Nicolardi e al maresciallo Roberto Mandolini, di falso e calunnia per l’omissione nel verbale d’arresto dei nomi dei Di Bernardo e D’Alessandro. Risponde inoltre dell’accusa di aver testimoniato il falso al processo di primo grado.
La denuncia del carabiniere Tedesco
A rendere nota l’accusa è stato lo stesso pm Giovanni Musarò, che ha parlato di un’attività di indagine nata dalla denuncia di Francesco Tedesco. Il carabiniere ha ricostruito agli inquirenti quanto avvenne al fermo di Stefano Cucchi. Il 20 giugno scorso Tedesco ha presentato una denuncia in Procura sulla vicenda e subito il pubblico ministero ha avviato ulteriori indagini. L’uomo è stato ascoltato dai magistrati ben tre volte tra luglio e ottobre. Francesco Tedesco ha sostenuto al pm che quando seppe della morte di Cucchi scrisse una notazione di servizio. Sulla base di questo atto è stato iscritto un procedimento contro ignoti nell’ambito del quale lo stesso Tedesco ha reso tre dichiarazioni.
“Ha ricostruito i fatti di quella notte – ha aggiunto il pubblico ministero – e ha chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. Nei riscontri effettuati dalla Procura è emerso che è stata redatta una nota di servizio, successivamente sottratta. Il comandante della stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza. Su questo nuovo ed importantissimo tassello è intervenuto anche l’avvocato di Francesco Tedesco.
Caso Stefano Cucchi, interviene l’avvocato del carabiniere Tedesco
Il difensore Eugenio Pini ha dichiarato: “Oggi c’è stato uno snodo significativo per il processo, ma anche un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma. Gli atti dibattimentali e le ulteriori indagini individuano nel mio assistito il carabiniere che si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, che lo ha soccorso e che lo ha poi difeso”. “Ma soprattutto – continua l’avvocato Pini– è il carabiniere che ha denunciato la condotta al suo superiore ed anche alla Procura della Repubblica, scrivendo una annotazione di servizio che però non è mai giunta in Procura, e poi costretto al silenzio contro la sua volontà. Come detto, è anche un riscatto per l’Arma dei Carabinieri perché è stato un suo appartenente a intervenire in soccorso di Stefano Cucchi, a denunciare il fatto nell’immediatezza e a aver fatto definitivamente luce nel processo”.
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