Sono ancora molti gli aspetti da chiarire nell’omicidio di Noemi Durini. L’ultima rivelazione scioccante sulla figura del padre di Lucio Marzo fa riflettere. A rivelarla è la consulente della madre della studentessa uccisa: Roberta Bruzzone. Nonostante la sentenza di primo grado a carico del ragazzo, la criminologia, nella sua rubrica sul settimanale Giallo, ha rivelato: “Il padre di Lucio tira in ballo un carabiniere e un medico“. L’esperta, incaricata come consulente della madre di Noemi Durini, si occupa di vagliare l’intero fascicolo e verificare le anomalie che l’inchiesta non ha definito. Come lei stessa scrive nel settimanale diretto da Andrea Biavardi: “Dalla lettura della documentazione emergono elementi che meriterebbero un approfondimento”. Tra questi vi è la posizione dei genitori di Lucio, il fidanzato reo confesso dell’omicidio della studentessa. “Mi hanno colpito una serie di informazioni riferite dal padre, Biagio Marzo, che, sentito a sommarie informazioni, indica due soggetti la cui condotta merita una riflessione”.
La criminologa entra poi nello specifico rivelando le due figure in questione. “Il primo riferimento è al carabiniere a cui avrebbe raccontato, una decina di giorni prima del delitto di Noemi, che quest’ultima stava progettando l’omicidio suo e della moglie con un’arma da fuoco che, a suo dire, le avrebbe procurato Fausto Nicolì. Se davvero tale comunicazione tra Biagio Marzo e l’ignoto carabiniere fosse avvenuta, sarebbe grave che l’appartenente all’Arma non si sia adoperato per verificare una notizia di reato di tale gravità”. Roberta Bruzzone in conclusione afferma: “Ritengo fondamentale fare chiarezza sul punto e identificare il presunto carabiniere. Stesso discorso per l’ignoto medico che, a dire di Biagio Marzo, avrebbe mostrato a Lucio presunti esami tossicologici di Noemi per convincerlo a lasciare la ragazza”. La studentessa in questi presunti esami veniva descritta come “tossica”. Di questi accertamenti non vi è alcuna traccia in quanto non esisterebbero. Queste rivelazioni sono a dir poco scioccanti e presumibilmente saranno importanti al fine della futura decisione del gip su Biagio Marzo.
Noemi Durini, clamorosa decisione del gip nei confronti del padre di Lucio
Si riaccendono i riflettori sull’omicidio di Noemi Durini per la clamorosa decisione del gip nei confronti del padre di Lucio Marzo. Il gip ha accolto l’opposizione dei familiari alla richiesta di archiviazione della posizione del signor Biagio, avanzata dal pm sul presunto concorso in occultamento. Il gip Vincenzo Brancato, il 16 novembre, dovrà decidere se archiviare definitivamente la posizione del signor Marzo, accogliendo la richiesta della Procura, o se ritenere valida l’opposizione avanzata dai legali della famiglia della vittima. Se dovesse optare per quest’ultima, il gip avrà davanti due strade: o formulare l’imputazione coatta per Biagio Marzo, oppure disporre nuove indagini delegandole al pm.
Noemi Durini, intercettazione scioccante: “Papà, quando l’ho seppellita respirava ancora”
Un’intercettazione scioccante quella tirata fuori dall’accusa nel processo riguardante l’omicidio di Noemi Durini. La frase in questione riguarda un colloquio tra Lucio Marzo e suo padre, avvenuto il 19 ottobre del 2017 presso l’istituto dei minori. Il giovane di Montesardo nella conversazione ammette che Noemi Durini era ancora viva quando lui la seppellì con le pietre, quella mattina del 3 settembre dello scorso anno. “Il colpo… e poi i sassi che gli davo in testa… ma dopo che io ho fatto tutto… io ho messo le pietre ma lei… cercava di muoversi…. però c’erano talmente tante pietre che non riusciva a muoversi. Quindi è morta direttamente”. Questa intercettazione si colloca prima dei risultati dell’autopsia, che misero in luce l’agonia della studentessa di Specchia rivelando che morì per soffocazione indiretta causata dal peso dei sassi sul suo corpo.
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