Un’intercettazione scioccante quella tirata fuori dall’accusa nel processo riguardante l’omicidio di Noemi Durini. La frase in questione riguarda un colloquio tra Lucio Marzo e suo padre, avvenuto il 19 ottobre del 2017 presso l’istituto dei minori in cui il ragazzo si trovava dopo la confessione del delitto. A rendere noto questo particolare è il giornalista Erasmo Marinazzo per Il Mattino. Il giovane di Montesardo nella conversazione ammette che Noemi Durini era ancora viva quando lui la seppellì con le pietre, quella mattina del 3 settembre dello scorso anno. “Il colpo… e poi i sassi che gli davo in testa… ma dopo che io ho fatto tutto… io ho messo le pietre ma lei… cercava di muoversi…. però c’erano talmente tante pietre che non riusciva a muoversi. Quindi è morta direttamente”. Questa intercettazione si colloca prima dei risultati dell’autopsia, che misero in luce l’agonia della studentessa di Specchia rivelando che morì per soffocazione indiretta causata dal peso dei sassi sul suo corpo.
Questa confessione è stata citata dal pubblico ministero della Procura dei Minori, Anna Carbonara, durante la requisitoria tenutasi il 2 ottobre scorso. A conclusione della stessa la pm aveva chiesto una condanna di 18 anni per Lucio Marzo. Il gip nella giornata di ieri, 4 ottobre 2018, ha però deciso di infliggere una pena poco maggiore rispetto a quella avanzata dalla Procura. L’ex fidanzato di Noemi Durini è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni e 8 mesi per aver compiuto l’orrendo omicidio. Per la pm Carbonara l’intercettazione sopra citata rappresenta la consapevolezza in Lucio delle proprie gesta. Il ragazzo, anche se all’epoca dei fatti aveva 17 anni, era cosciente mentre ammazzava la fidanzata. “La condotta di ricoprire il corpo di pietre – secondo l’accusa – era sì diretta a nascondere il corpo medesimo, ma al contempo era diretto consapevolmente e dolosamente anche a cagionarne la morte. Nella piena consapevolezza che la giovane ragazza fosse ancora viva. L’imputato tuttavia cerca ripetutamente di alleggerire la propria posizione processuale, sin dal giorno in cui decideva di confessare l’omicidio e consentire il ritrovamento del cadavere. Purtroppo però gli esiti dell’autopsia fanno emergere incontrovertibilmente la chiara volontà omicida di Lucio che non si limita a rispondere agli schiaffi e ai graffi di Noemi (peraltro mai riscontrati), ma con assoluta determinazione e plurime azioni lesive ne cagiona la morte”. Lucio Marzo è stato quindi condannato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e soppressione di cadavere con porto abusivo di coltello.
Noemi Durini, clamorosa decisione del gip nei confronti del padre di Lucio
Si riaccendono i riflettori sull’omicidio di Noemi Durini per la clamorosa decisione del gip nei confronti del padre di Lucio Marzo. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto l’opposizione dei familiari alla richiesta di archiviazione della posizione del signor Biagio, avanzata dal pm sul presunto concorso nell’uccisione della 16enne di Specchia, assassinata il 3 settembre del 2017. Il gip Vincenzo Brancato il 16 novembre dovrà decidere se archiviare definitivamente la posizione del signor Marzo, accogliendo quindi la richiesta della Procura, o se ritenere valida l’opposizione avanzata dai legali della famiglia della vittima. Se dovesse optare per quest’ultima, il gip avrà davanti due strade: o formulare l’imputazione coatta per Biagio Marzo, oppure disporre nuove indagini delegandole al pm.
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