Serena Mollicone, svolta nell’omicidio: parla la figlia del testimone Santino Tuzi
Per i Ris non vi sono dubbi: Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma di Arce il primo giugno del 2001. A quasi 17 anni di distanza dal delitto, che al momento non ha ancora dei colpevoli certi, La Vita in Diretta è tornata a parlare del caso con il padre della 18enne assassinata, Guglielmo Mollicone, e Maria Tuzi, figlia del brigadiere che rivelò, nel 2008, agli inquirenti di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma segnalando però che non vi uscì. Il padre di Serena Mollicone ha commentato ai microfoni del programma di Rai 1 la perizia svolta dai Ris che ha confermato, dopo anni di indagini, la ricostruzione della Procura. La 18enne di Arce fu colpita con calci, pugni e fu sbattuta con la testa contro la porta dell’alloggio della caserma. Successivamente venne soffocata con un sacchetto di plastica. Al momento sono indagati: l’ex comandante dei Carabinieri della stazione di Arce, Franco Mottola, sua moglie Anna, indagata per omicidio volontario ed occultamento di cadavere, il loro figlio Marco, denunciato dalla stessa Serena per spaccio; il maresciallo Vincenzo Quatrale, indagato oltre che per il reato di concorso in omicidio nei confronti di Serena Mollicone, anche per quello di istigazione al suicidio per il brigadiere Santino Tuzi; il maresciallo Francesco Suprano, indagato con l’accusa di favoreggiamento, in quanto avrebbe omesso di riferire agli inquirenti fatti e circostanze di rilevante importanza per le indagini.
Guglielmo Mollicone ai microfoni de La Vita in Diretta ha dichiarato: “Ho sempre avuto la certezza che Serena fosse morta lì e qualche giorno prima mi aveva detto, in riferimento al maresciallo Mottola, ‘Papà, ma cosa vuole quello da me?'”. Il padre si riferisce al fatto che la figlia aveva scoperto un giro di droga e di morti per overdose, secondo cui era coinvolto Marco Mottola. “Serena viveva di ideali ed è morta per quello, ma ora siamo vicini alla verità, ci sarà da combattere una guerra di periti ma chiedo che il gip abbia il coraggio di arrestare i responsabili perché hanno fatto male a Serena e gettato fango sul paese”. Dopo questa svolta data dalla perizia dei Ris, la figlia di Santino Tuzi è intervenuta ai microfoni del programma di Rai 1 dichiarando: “Spero che finalmente Serena abbia giustizia. E spero che questo accada anche per noi. Sta venendo fuori tutto quello che abbiamo già detto tanti anni fa: ciò dimostra che non siamo mai stati visionari – aggiungendo -. Giustizia anche per mio padre”. “Gli inquirenti stanno lavorando in modo eccellente, riuscendo dopo tutti questi anni ad incastrare i vari tasselli che portano alla verità. La procura ha ritenuto mio padre un testimone, tanto che lui si mise a disposizione per poter raccontare ciò che aveva intuito. Ma non gli venne data questa possibilità: è stato ucciso prima. Non abbiamo creduto neppure per un momento al suicidio”. Sembra quindi che la verità, grazie alla determinazione degli inquirenti, stia venendo a galla.
SERENA MOLLICONE, SCIOCCANTE PERIZIA DEI RIS: ECCO DOVE FU UCCISA LA STUDENTESSA DI ARCE
Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce. Le analisi dei Ris confermano la sconvolgente ipotesi avanzata dalla Procura sulla morte della studentessa 18enne, uccisa il primo giugno del 2001 e il cui corpo venne ritrovato due giorni dopo nel boschetto di Fonte Cupa ad Anitrella, a circa 8 chilometri da Arce, con la testa infilata in un sacchetto di plastica e mani e piedi legati da un nastro adesivo. A diciassette anni dalla morte della ragazza sembra quindi essere giunti ad una svolta decisiva. Nel 2017 il medico legale aveva confermato che le ferite sulla testa della ragazza erano compatibili con i segni rinvenuti sulla porta sequestrata all’interno della caserma dei carabinieri di Arce. I Ris hanno effettuato la perizia sia sulla porta sia sul nastro adesivo usato per legarla. Entrambi gli elementi, secondo la Scientifica, provenivano dalla caserma dei militari dell’Arma.
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