Pamela Mastropietro, rinviato a giudizio il trio: Oseghale processato con rito ordinario
Rinviato a giudizio per spaccio di droga il trio di uomini indagati inizialmente per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo è stato dissanguato, pulito con la candeggina e fatto a pezzi, per poi essere riposto all’interno di due trolley, abbandonati in provincia di Macerata. L’udienza preliminare tenutasi oggi, 26 settembre 2018, ha stabilito che Innocent Oseghale dovrà rispondere anche delle diverse cessioni di droga, tra cui la dose che avrebbe venduto alla ragazza. L’uomo è l’unico accusato dell’omicidio della 18enne e verrà processato con rito ordinario. Altra sorte per Lucky Desmond e Awelima Lucky, entrambi indagati inizialmente in concorso per l’omicidio di Pamela Mastropietro. I due verranno processati con il rito abbreviato per spaccio di droga. L’udienza per Lucky e Desmond si terrà il prossimo 17 ottobre e nella stessa giornata verrà emessa la sentenza.
Gli inquirenti hanno ricostruito la rete intessuta dai tre, individuando diversi clienti che avrebbero comprato la droga da Innocent Oseghale, Lucky Desmond e Awelima Lucky. Per Awelima, come rivela Il Resto del Carlino, si parla di oltre cento cessioni. Il processo a carico di Oseghale, unico indagato per l’omicidio di Pamela Mastropietro, avrà inizio invece il 25 gennaio 2019. L’uomo sarà difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi. Il 29enne nigeriano nel frattempo continua a ribadire la propria innocenza in merito alla brutale uccisione della ragazza.
OMICIDIO PAMELA MASTROPIETRO, OSEGHALE CONFESSA: “HO SEZIONATO IO IL CORPO”
Innocent Oseghale sul finire del mese di luglio aveva chiesto un colloquio con gli inquirenti. Assistito dai suoi avvocati aveva rivelato nell’interrogatorio, svoltosi alla presenza del procuratore capo di Macerata: “Una volta a casa Pamela si è iniettata l’eroina e subito dopo si è sentita male. Ho chiesto aiuto a Antonhy, un mio amico, al telefono. Lui mi ha suggerito di gettarle sul corpo dell’acqua fredda e di chiamare l’ambulanza. Ho avuto paura. Lei non rispondeva più“. Oseghale aveva continuato a rigettare l’accusa di omicidio e di violenza sessuale e, assistito dal suo avvocato Simone Matraxia, aveva fatto chiarezza sugli ultimi momenti trascorsi nel suo appartamento di Macerata in compagnia di Pamela Mastropietro.
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