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Cose da Vip

Isabella Noventa, processo d’Appello: “Debora Sorgato dolce come un cioccolatino”

Si è svolta ieri, 25 settembre, la seconda udienza del processo d’Appello per l’omicidio di Isabella Noventa. A parlare sono state le difese, tra cui l’avvocato di Debora Sorgato, il quale ha evidenziato che la sua assistita non aveva alcun motivo per volere del male alla segretaria di Albignasego, scomparsa nel nulla nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Il legale della sorella di Freddy Sorgato nell’aula bunker di Mestre ha rivelato di conoscere da anni l’imputata e, come riportano i social di Quarto Grado, l’ha definita “dolce come un cioccolatino”. Per la Procura non vi sono dubbi: Isabella Noventa è stata uccisa, anche se il corpo non è mai stato ritrovato. L’omicidio sarebbe stato pianificato dai tre imputati. La Corte d’Assise, con la sentenza di primo grado, aveva dato credito a tale ricostruzione, condannando con rito abbreviato a 30 anni di reclusione Freddy e Dobora Sorgato, e a 16 anni 10 mesi la tabaccaia Manuela Cacco, rivale in amore di Isabella Noventa.

Secondo i legali dei fratelli Sorgato la pena è ingiusta e contestano in particolar modo la premeditazione. La difesa di Manuela Cacco, terza complice del delitto, punta a far scagionare la tabaccaia dall’accusa di concorso in omicidio, in quanto non vi sarebbero abbastanza prove per stabilire con certezza la partecipazione della donna nel piano dei Sorgato. A presiedere la giuria del processo di secondo grado vi è Alessandro Apostoli Cappello, affiancato dalla collega Mariagrazia Balletti con sei giurati popolari, tre uomini e tre donne. In aula erano presenti il fratello di Isabella Noventa, l’ex marito della vittima e tutti e tre gli imputati.

OMICIDIO ISABELLA NOVENTA, PROCESSO D’APPELLO: ECCO LA RICHIESTA DEL PM

Nella prima udienza del processo d’Appello per l’omicidio di Isabella Noventa, il sostituto procuratore generale Giancarlo Buonocore aveva esposto la sua requisitoria, tesa a ribadire che l’omicidio della povera segretaria di Albignasego, il cui corpo non è mai stato ritrovato, è stato premeditato. Il sostituto procuratore aveva cercato di smontare, passo dopo passo, le difese del trio. Soprattutto quella avanzata da Freddy Sorgato, il quale sostiene che la povera 54enne sia deceduta durante un gioco erotico. Per il pm tale ipotesi è inverosimile perché, stando alle ricostruzione della Procura, i due Sorgato avrebbero ideato e pianificato a tavolino il piano omicida. Una persona sotto choc di fronte ad un evento simile avrebbe compiuto azioni più sconsiderate. Non avrebbe avuto la freddezza di infilare un corpo dentro un sacco di plastica, legarlo a una pietra, gettarlo nel Brenta utilizzando una macchina diversa da quella consueta. Il pm a conclusione della sua requisitoria in Appello aveva chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado per i tre imputati.

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