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Marco Vannini, fissata l’udienza del processo d’Appello: i Ciontoli tornano al banco degli imputati

È stata fissata la prima udienza del processo d’Appello riguardante l’omicidio di Marco Vannini, per la cui morte sono imputati l’intera famiglia Ciontoli e Viola Giorgini. Il prossimo 8 gennaio si tornerà in aula per discutere le responsabilità della morte del 20enne di Cerveteri. Ma facciamo un passo indietro e proviamo a tornare per un attimo a quel tragico 17 maggio del 2015. Marco Vannini si trovava nella villetta di famiglia della fidanzata Martina Ciontoli. I due ragazzi non erano soli in casa: vi erano anche il capofamiglia Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo, il fratello di Martina, Federico Ciontoli, e la sua fidanzata, Viola Giorgini. Ad un certo punto la tragedia: Marco Vannini viene colpito da un proiettile di pistola. Si susseguono telefonate al 118 poco chiare, in cui non viene mai ammesso che il ragazzo era stato colpito da un proiettile. Dopo tre ore di agonia Marco Vannini muore. Per la Corte d’Assise di Roma a sparare è stato Antonio Ciontoli, condannato a 14 anni per omicidio volontario, mentre la moglie e i due figli sono stati condannati per omicidio colposo a 3 anni. La fidanzata di Federico, accusata di omissione di soccorso, è stata invece assolta.

La pm Alessandra D’Amore nel suo ricorso chiede di rivedere la posizione della moglie e dei due figli di Antonio Ciontoli, con il riconoscimento dell’accusa di omicidio volontario. Per quanto riguarda Viola Giorgini, presente quella tragica sera in cui Marco Vannini è stato ucciso, nella presentazione del ricorso la pm è tornata a chiedere che venga attribuito l’omissione di soccorso. I legali della famiglia Ciontoli, di contro, nel loro ricorso chiedono una rivalutazione della perizia medica, in quanto ritengono che ci sarebbe comunque stata una perdita di tempo che avrebbe superato il ritardo nell’attivazione dei soccorsi derivante dalle controverse telefonate con gli operatori del servizio del 118. Conteso è anche il capo d’imputazione per i tre familiari di Antonio Ciontoli: per i legali non sussiste alcuna prova che Federico, Martina e la moglie Maria abbiano preso pienamente coscienza della gravità della situazione. Per tale ragione per loro il reato potrebbe per lo più essere quello di omissione di soccorso. Contestato inoltre anche il capo d’imputazione di Antonio Ciontoli, per il quale verrà chiesta una riqualificazione della pena da omicidio volontario a colposo.

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