Qualcosa sembra non tornare nell’omicidio di Noemi Durini: il fidanzato mente? A che ora è rincasato Lucio Marzo con la macchina della madre quella mattina del 3 settembre? Una scioccante incongruenza sugli spostamenti della vettura potrebbe celare dell’altro. Il giovane di Montesardo ha sempre dichiarato di essere rientrato in casa per le 7.25 della mattina, riposizionando la Fiat 500 bianca della madre come l’aveva trovata. Ciò è stato confermato anche dai filmati. La macchina però viene usata nuovamente e, come si vede in un video mandato in onda da Quarto Gado, alle 8.32 viene nuovamente posta nel parcheggio dell’abitazione. Dalle immagini mandate in onda non si riesce a comprendere chi fosse alla guida della Fiat. Lucio agli inquirenti aveva detto di aver vagato dopo l’omicidio, rivelando di essersi fermato in un luogo per sbarazzarsi della propria maglietta sporca di sangue e del coltello. Dopodiché era tornata a casa ed aveva ripulito completamente la macchina. Dopo la maniacale pulizia, il giovane aveva raccontato di essersi messo a letto mentre ancora tutti dormivano. Ma allora chi ha preso la macchina dopo le 7.25? E dove si è recata la persona alla guida?
Il 2 e il 3 ottobre verranno decise le sorti del fidanzato di Noemi Durini. Negli ultimi mesi è però emersa un’altra scioccante incongruenza riguardante i vestiti indossati dalla 16enne. Sembrerebbe che gli abiti indossati dalla ragazza al momento del ritrovamento del corpo, non coincidano con quelli che aveva indosso quando uscì di casa per raggiungere Lucio. Come mai non sono gli stessi? Se li è cambiati lei in macchina lungo il tragitto? Oppure qualcuno l’ha fatto in un secondo momento, dopo la sua morte, così da cancellare le eventuali tracce? A tutte queste domande dovranno dare risposta gli inquirenti. I genitori di Noemi sono però convinti che il giovane non abbia fatto tutto da solo. Per tali ragioni gli avvocati della famiglia hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti del padre del fidanzato, Biagio Marzo. Quest’ultimo era stato tirato in ballo in una delle versioni dallo stesso figlio. Il gip Vincenzo Brancato il 16 novembre dovrà decidere se archiviare definitivamente la posizione del signor Marzo, accogliendo quindi la richiesta della Procura, o se ritenere valida l’opposizione avanzata dai legali della famiglia della vittima. Se dovesse optare per quest’ultima, il gip avrà davanti due strade: o formulare l’imputazione coatta per Biagio Marzo, oppure disporre nuove indagini delegandole al pm.
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