Meghan Markle rimpiange il suo passato, lontano dall’Inghilterra e da tutte le sue preziose caratteristiche. Non perchè voglia tornare indietro, al contrario: Londra e la Gran Bretagna le danno qualcosa che prima non riusciva ad assaporare fino in fondo. Questo sembra emergere, tre le righe, dal discorso che la duchessa ha rivolto alla sua platea nel corso di un evento benefico cui ha partecipato insieme alla madre Doria Ragland. Meghan ha presentato un libro di cucina i cui proventi andranno a favore delle famiglie delle vittime dell’incendio alla Grenfell Tower di Londra. Il disastro, verificatosi a giugno 2017, ha portato alla morte di 72 persone e il libro Together vuole dare un contribuito alla causa. Meghan desidera ispirare lo spirito comunitario della gente attraverso la cucina e ha ammesso che, secondo lei, le ricette possono essere davvero terapeutiche per le persone.
Per presentare il progetto, definito come “9 mesi di tremendo lavoro d’amore”, la Markle ha pronunciato un discorso di 4-5 minuti andando completamente a braccio. Nella sua spontaneità, però, ha fatto intendere che lo spirito trovato in Gran Bretagna le piace molto di più rispetto a quello lasciato in America. “Mi sento così privilegiata nel conoscervi. Mi sono trasferita a Londra solo di recente e ho sentito immediatamente l’abbraccio delle donne in cucina (per la realizzazione del libro si è affidata alle volontarie della mensa per i poveri Hubb Community Kitchen, ndr). È stato bello vedere la vostra gentilezza, è un onore essere in questa città così multiculturale”. E ha poi rincarato la dose affermando che “a livello personale mi sento orgogliosa di vivere in una città con una diversità così grande. L’intero Paese è rappresentato dalla gente in cucina. […] questo è stato il mio primo progetto ed è molto di più di un semplice libro di cucina. Grazie per avermi fatta partecipe di quest’avventura, spero che ispireremo le persone di tutto il mondo”. Lo spirito e la multietnia di Londra battono quelli americani? Dalle parole della bella Meghan sembrerebbe proprio di sì, come se gli anni passati oltreoceano le abbiano negato una componente umanitaria che solamente adesso può gustarsi.
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