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Cose da Vip

Roberta Ragusa e Guerrina Piscaglia: trattamenti diversi per Antonio Logli e Padre Graziano? Tutta la verità

Un’analogia sembra farsi avanti sulla scomparsa di due donne: Roberta Ragusa e Guerrina Piscaglia. Entrambe sono state cercate in lungo e in largo ma di loro nessuna traccia. Per le Procure che hanno svolto le indagini le due donne sono state uccise: la prima dal marito, Antonio Logli, condannato per i primi due gradi di giudizio a 20 anni di reclusione; mentre Guerrina sarebbe stata uccisa da Padre Graziano, il quale è stato condannato in Appello a 25 anni di reclusione. Casi simili, condanne pressoché identiche, entrambi i processi attendono la sentenza della Cassazione ma ad attirare l’attenzione è la presunta disparità di trattamenti. Il marito di Roberta Ragusa è, al momento, un uomo libero. Altra sorte invece per Padre Gratien Alabi, il quale si trova agli arresti domiciliari presso il convento dei padri Premostratensi di Roma. Come mai questa differenza? Su ciò si è soffermato il programma Storie Italiane, condotto da Eleonora Daniele.

All’interno del salotto della trasmissione di Rai 1 è nato un vero e proprio dibattito sulla tematica. Per comprendere il perché di questa “disparità” è necessario conoscere quando i giudici convengono nell’applicare le misure cautelari detentive (che siano esse in carcere o ai domiciliari). Gli arresti cautelari vengono applicati quando vi è il pericolo che l’indagato possa reiterare il reato in questione, e/o possa fuggire, e/o possa inquinare le prove. Basta quindi che vi sia anche uno di questi elementi per i giudici che scatta la misura cautelare detentiva. Per le Corti di primo e secondo grado non vi sono elementi per l’applicazione di tale misura nei confronti di Antonio Logli. Per questa ragione hanno ritenuto necessario applicare nei confronti del marito di Roberta Ragusa l’obbligo di residenza nel comune di San Giuliano Terme e il divieto di allontanarsi dalle ore 21 fino alle 6. Per quanto riguarda Padre Graziano, invece, vi era la preoccupazione per i giudici che almeno uno dei tre pericoli, elencati sopra, potesse verificarsi. Per tali ragioni hanno optato per l’applicazione degli arresti domiciliari.

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