Caso Yara Gambirasio, Massimo Bossetti innocente? Vicina la sentenza della Cassazione
Si avvicina sempre più la sentenza della Cassazione riguardante il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, della cui morte è stato condannato all’ergastolo Massimo Giuseppe Bossetti. Il muratore di Mapello continua dal carcere ad urlare la propria innocenza e spera che la sentenza della Cassazione, fissata per il prossimo 12 ottobre, ribalti la condanna emessa in primo grado e confermata in Appello. In attesa dell’ultimo grado di giudizio, Massimo Bossetti è in carcere. Dal 14 giugno del 2014 l’uomo si trova dietro le sbarre per il delitto di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre del 2010 e il cui corpo è stato rinvenuto il 26 febbraio del 2011.
Con l’avvicinarsi della fatidica data il programma Storie Italiane, condotto da Eleonora Daniele, è tornato sul caso. A prendere la parola è stato Ezio Denti, criminologo e perito della difesa, il quale ha dichiarato: “Siamo arrivati al dunque. Ritengo personalmente che l’attività svolta sia stata complessa sotto tutti gli aspetti. Ho visto cose che nessuno ha visto, ritengo che ci sono elementi fortissimi che fanno comprendere che ciò che è accaduto, sia avvenuto in ambito giovanile“. Sottolineando inoltre: “Quando si parla di anomalie, dobbiamo chiederci come si è arrivati a Massimo Bossetti: non dal ragazzo della discoteca, che ha portato a Guerinoni. I furgoni li abbiamo smontati tutti, sono state raccontate baggianate che non portano a nulla. Sono state prese delle telecamere, portate direttamente dall’interessato dopo tre mesi dall’evento”. È stato inoltre ascoltato Giangavino Sulas, il quale ha commentato: “Si basa soprattutto sul DNA ma oggi non ne voglio parlare, è un argomento talmente dibattuto che non c’è da dire nulla di nuovo: ci deve essere, come accaduto in tanti altri processi, una perizia terza su questa traccia genetica presente sugli slip di Yara. Gli indumenti di Yara non sono mai stati mostrati alla difesa, vogliamo toglierci ogni dubbio”. Di altro parere il direttore del settimanale Giallo, Andrea Biavardi, il quale ha affermato: “Sono colpito nel sentire ancora certe affermazioni di un tipo o dell’altro, ma ci sono due sentenze, quella di I grado e quella di II grado. I processi si fanno in aula giudiziaria e le cose non sono andate così”.
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