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Manuela Bailo, Fabrizio Pasini esce dal carcere? Ansia per la decisione del gip

Continuano le indagini riguardanti l’omicidio di Manuela Bailo, la 35enne uccisa dall’amante reo confesso Fabrizio Pasini. L’ex sindacalista è in carcere ma, tramite il suo avvocato difensore, ha richiesto gli arresti domiciliari fino al processo. L’uomo potrebbe quindi uscire dal carcere di Canton Mombello, dove attualmente si trova per l’applicazione delle misure cautelari detentive. A pronunciarsi su tale richiesta sarà il giudice delle indagini preliminari che dovrà valutare se sussiste ancora la possibilità che l’indagato possa reiterare il reato in questione, e/o possa fuggire, e/o possa inquinare le prove. L’udienza è stata fissata per il 18 settembre e in quella data sapremo la sorte di Fabrizio Pasini.

Al momento, come riporta la testata giornalistica locale Bsnews.it, non sono ancora stati rivenuti alcuni elementi che potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini, come per esempio il coltello con cui è stata recisa la carotide di Manuela Bailo e l’oggetto contundente con cui presumibilmente è stata stordita. All’appello mancano anche il cellulare della giovane, che Pasini ha dichiarato di aver gettato nella riserva naturale Torbiere di Iseo, e la maglietta indossata dal 47enne al momento dell’omicidio, fondamentale per comprendere, mediante l’analisi delle macchie di sangue, se il delitto è stato volontario o preterintenzionale. Non si esclude inoltre che l’avvocato difensore di Fabrizio Pasini possa presentare la richiesta di un perizia psichiatrica per l’ex sindacalista.

Omicidio Manuela Bailo, blitz dei carabinieri nella sede della Uil: al setaccio due computer

Nel frattempo le indagini riguardanti la morte di Manuela Bailo proseguono senza sosta. Gli inquirenti stanno ricostruendo tassello dopo tassello gli ultimi istanti di vita dell’impiegata del Caf. Le prove fino a questo momento raccolte, secondo la Procura, potrebbero far supporre che il delitto sia stato premeditato, screditando così la dichiarazione del reo confesso, che continua a sostenere la tesi dell’incidente, negando di averla accoltellata. Nei giorni scorsi una pattuglia dei carabinieri si è recata presso la sede in cui Manuela Bailo lavorava insieme al suo assassino, sita in via Vantini a Brescia. Nel blitz i militari hanno portato via due computer che attualmente sono al setaccio. Gli inquirenti stanno cercando qualsiasi elemento che possa essere utile al fine delle indagini.

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