Omicidio Marco Vannini, i legali della famiglia Ciontoli presentano ricorso ma la mamma reagisce: “Un’ulteriore provocazione”
La mamma di Marco Vannini è intervenuta dopo il ricorso in appello presentato dagli avvocati della famiglia Ciontoli, indagati per l’omicidio del 20enne di Cerveteri, i quali chiedono che vengano tolti a processo tutti tranne Antonio Ciontoli, visto come unico responsabile della morte del 20enne, chiedendo inoltre una riqualificazione della pena per il capofamiglia.
I legali della famiglia Ciontoli hanno presentato ricorso in appello contro la sentenza di condanna di primo grado riguardante l’omicidio di Marco Vannini, il 20enne di Cerveteri ucciso con un colpo di pistola mentre si trovava a casa della fidanzata, Martina Ciontoli. Per la Corte d’Assise di Roma a sparare al giovane è stato il capofamiglia Antonio Ciontoli, condannato per omicidio volontario a 14 anni di reclusione, mentre la moglie, Maria Pezzillo, e i due figli, Martina e Federico Ciontoli, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio colposo e condannati a 3 anni.
Secondo gli avvocati difensori Andrea Miroli e Pietro Messina è necessaria una rivalutazione della perizia medica, in quanto i tempi del soccorso di Marco Vannini, secondo il loro parere, sono stati ritardati dagli operatori del servizio 118 per le controverse telefonate. Contestato è anche il capo d’imputazione per i tre familiari di Antonio Ciontoli: per i legali non sussiste alcuna prova che Federico, Martina e la moglie Maria abbiano preso pienamente coscienza della gravità della situazione. Per tale ragione il reato a loro addebitato, secondo gli avvocati, potrebbe per lo più essere quello di omissione di soccorso. È inoltre contestato anche il capo d’imputazione di Antonio Ciontoli, per il quale verrà chiesta una riqualificazione della pena da omicidio volontario a colposo.
La mamma di Marco Vannini, come riporta l’inviata di Quarto Grado Anna Boiardi, ha commentato la richiesta di ricorso degli avvocati dei Ciontoli classificandola come un’ulteriore provocazione. “Confido nella Pm e nell’appello che ha depositato a fine luglio. In quella famiglia tutti sapevano del colpo di pistola. Martina era presente. Tutti sono responsabili della morte di mio figlio”.
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