Sono passati quattordici anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, sparita nel nulla mentre giocava davanti casa delle nonna materna. La mamma e il papà attendono ancora verità e giustizia.
Una storia tragica quella di Denise Pipitone, la bambina di quasi quattro anni di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, sparita nel nulla. Sono passati quattordici anni dalla scomparsa della piccola. Era il primo settembre del 2004 e la bambina stava giocando davanti casa della nonna materna insieme a un cuginetto, tra via Castagnola e via La Bruna, a Mazara del Vallo. Ad un certo punto, intorno a mezzogiorno, è sparita nel nulla. Presumibilmente la piccola è stata rapita, ma da chi? Di lei si sono perse le tracce. Ancora oggi la mamma Piera Maggio non si da pace e spera di poterla ritrovare un giorno. Imperterrita continua la lotta legale, nonostante il processo contro Jessica Pulizzi, indagata per il rapimento della bambina, si è concluso con l’assoluzione definitiva della sorellastra di Denise Pipitone.
A carico di Jessica Pulizzi per la Cassazione vi era solo qualche indizio ma nessuna prova. Per questa ragione la Suprema Corte, nelle motivazioni depositate di conferma del proscioglimento della sorellastra, scriveva che non merita obiezione l’assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Palermo nel 2015, conforme al primo grado, impugnato dal Pg di Palermo e dai familiari di Denise. Inoltre, ad avviso della Cassazione, Jessica non era l’unica ad avere del risentimento verso Denise, nata da una relazione extraconiugale tra il padre Piero Pulizzi e Piera Maggio. Anche alla mamma dell’indagata, Anna Corona – non accusata del reato – era attribuibile lo stesso movente.
Sul blog la mamma e il papà di Denise Pipitone in questo tragico anniversario scrivono: “Sono trascorsi 14 anni dal sequestro della nostra bambina, nulla è cambiato, la mancanza di verità e giustizia permane nel tempo. Chi sono i colpevoli del rapimento di Denise? Su questo non abbiamo dubbi, senza dover aggiungere altro“. “Noi genitori – proseguono – meritiamo e pretendiamo risposte certe e concrete dalla giustizia italiana. I bambini non spariscono nel nulla. Rimaniamo in attesa, impantanati dentro verità nascoste, dietro l’omertà e la codardia di alcuni”. Concludendo: “A tutti coloro che sono stati coinvolti nel nostro caso, in ogni senso, poniamo una domanda: se fosse stata vostra figlia a ricevere tanto male, vi sareste rassegnati davanti a tanta immane crudeltà e ingiustizia? Non avremo mai pace finché non ci sarà giustizia e verità, tanto meno l’avranno i responsabili”.
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