I legali della famiglia Ciontoli hanno presentato questa mattina, 31 agosto 2018, ricorso in appello contro la sentenza di condanna di primo grado riguardante l’omicidio di Marco Vannini, il 20enne di Cerveteri ucciso con un colpo di pistola mentre si trovava a casa della fidanzata, Martina Ciontoli. A riportare la notizia è la testata giornalistica locale TerzoBinario.it. Per la Corte d’Assise di Roma a sparare al giovane è stato il capofamiglia Antonio Ciontoli, condannato per omicidio volontario a 14 anni di reclusione, mentre la moglie, Maria Pezzillo, e i due figli, Martina e Federico Ciontoli, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio colposo e condannati a 3 anni. Secondo gli avvocati difensori Andrea Miroli e Pietro Messina è necessaria una rivalutazione della perizia medica, in quanto si ritiene che ci sarebbe comunque stata una perdita di tempo che avrebbe superato il ritardo nell’attivazione dei soccorsi derivante dalle controverse telefonate con gli operatori del servizio del 118. Conteso è anche il capo d’imputazione per i tre familiari di Antonio Ciontoli:per i legali non sussiste alcuna prova che Federico, Martina e la moglie Maria abbiano preso pienamente coscienza della gravità della situazione. Per tale ragione, come riporta TerzoBinario.it, per loro il reato potrebbe per lo più essere quello di omissione di soccorso. È inoltre contestato anche il capo d’imputazione di Antonio Ciontoli, per il quale verrà chiesta una riqualificazione della pena da omicidio volontario a colposo.
Photo Credits Facebook, Video Credits Quarto Grado