Roma, chiuso il ristorante del fratello di Enrico De Pedis: ecco perché
È stato chiuso lo storico ristorante del quartiere romano Trastevere gestito dal fratello maggiore di Enrico De Pedis, detto Renatino e conosciuto alle cronache per essere stato uno degli storici capi della Banda della Magliana, alla cui storia si sono ispirati film e serie tv come Romanzo Criminale. Ecco perché si è resa necessaria tale misura.
Si è interrotta l’attività del ristorante storico romano San Michele, sito nel cuore del quartiere Trastevere. Nei giorni scorsi i vigili urbani sono intervenuti per chiudere il locale e per porvi i sigilli. Il motivo? Da dieci anni il proprietario non pagava l’affitto al Comune di Roma. A gestire il ristorante del Complesso monumentale San Michele, tutto di proprietà comunale, era Luciano De Pedis, fratello maggiore di Enrico, detto anche Renatino, storico capo della Banda della Magliana, alla cui storia si sono ispirati film e serie tv come Romanzo Criminale.
Il fratello del Dandy, come riporta Il Messaggero, da anni non pagava al municipio quanto dovuto per i tavoli, le cucine e la grande veranda che si affacciano sul lungotevere. Il primo ordine di sfratto infatti risale al 2008, ma De Pedis all’epoca presentò ricorso al Tar del Lazio che gli diede ragione ordinando una sospensione. Quest’ultima è durata anni e solo recentemente il tribunale ha dichiarato il ricorso estinto. Così il Primo Municipio (dove si trova il noto quartiere storico) ha emesso una nuova ordinanza. I vigili urbani hanno così provveduto, nella serata di sabato 11 agosto 2018, a porre i sigilli al ristorante San Michele.
La storia del ristorante San Michele gestito da il fratello di Enrico De Pedis, come riporta Il Fatto Quotidiano, incrocia quella riguardante alcuni dei grandi misteri italiani. Luciano De Pedis comprò il locale da Giuseppe De Tomasi, detto anche Sergione, amico di Renatino ed esponente nel 1970 della Banda della Magliana e padre di Carlo Alberto. Quest’ultimo nel 2005 fu accusato di aver chiamato la trasmissione Chi l’ha visto? durante una puntata su Emanuela Orlandi affermando: “Se volete la verità cercatela nella tomba di Enrico De Pedis”. La voce venne attribuita a lui mediante una consulenza fonica. Dopo quella telefonata gli inquirenti andarono nella tomba di De Pedis, a Sant’Apollinare, ma non vi trovarono nulla. Lo stesso Sergione fu indicato da una perizia fonica come colui che il 28 giugno del 1983 (6 giorni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, ndr) telefonò alla famiglia della 15enne presentandosi come un certo Mario e riferendo: “Se n’è andata con uno che conosco, si annoiava troppo ma non vi preoccupate, torna a casa per il matrimonio della sorella”. Sia Giuseppe che Carlo Alberto De Tomasi hanno sempre negato di aver effettuato quelle telefonate.
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