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Ragazza uccisa a coltellate, qualcosa non quadra nell’omicidio di Jessica Valentina Faoro: ecco di cosa si tratta

Sono passati quasi 6 mesi dall’omicidio di Jessica Valentina Faoro della cui morte è accusato il tranviere di Milano reo confesso, Alessandro Garlaschi. Le indagini non sono affatto concluse: qualcosa sembra non tornare.

Si riaccendono i riflettori sulla morte della 19enne Jessica Valentina Faoro, la ragazza uccisa a coltellate il 7 febbraio scorso a Milano, mentre si trovava nell’appartamento del tranviere Alessandro Garlaschi come collaboratrice domestica. Le indagini in questi mesi sono andate avanti, nonostante l’uomo, dipendete della società che gestisce il trasporto pubblico nel capoluogo lombardo, abbia confessato nell’immediato la piena responsabilità del brutale omicidio. Qualcosa però sembra non tornare.

Come riporta Il Giorno, Garlaschi fin dalla telefonata al medico del 118 si è assunto la piena responsabilità del delitto affermando: “C’è stata una lite tra di noi, mi ha colpito con un coltello a entrambe le mani, io sono riuscito a prendere il coltello e l’ho colpita allo stomaco, infatti è uscito un pezzo di organo”. Nelle sue deposizioni agli inquirenti il tranviere aveva raccontato che la moglie non era in casa quella sera, perché doveva badare alla madre. Ciò sarebbe stato confermato anche dalle immagini dalle telecamere. La compagna di Alessandro Garlaschi infatti non è mai stata indagata.

Nelle scorse settimane però gli agenti della squadra mobile di Milano, come riporta Il Giorno, hanno eseguito un altro sopralluogo nella casa teatro dell’omicidio di Jessica Valentina Faoro. Gli inquirenti si sono trattenuti a lungo nell’abitazione, esaminando accuratamente la scena del crimine. Ciò, unito alla mancata chiusura delle indagini, ha fatto pensare che fosse dell’altro e che non sia ancora stato svelato proprio al fine di tutelare il lavoro degli inquirenti. La madre della ragazza, fin dal primo giorno, ha sempre dichiarato che per lei Alessandro Garlaschi non può aver fatto tutto da solo, ponendo l’attenzione sulla possibile presenza di una seconda persona. La madre di Jessica ha per caso ragione? O forse il tranviere era veramente solo in casa? Come mai non sono state ancora chiuse le indagini? Forse il quadro accusatorio non è poi così chiaro e completo? Gli inquirenti sono tonati nell’abitazione proprio per tale ragione? Dubbi e perplessità che al momento non trovano risposta.

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