Dopo la conferma della condanna a 30 anni di reclusione a carico di Veronica Panarello per aver commesso l’omicidio e l’occultamento del cadavere del primogenito Lorys Stival, l’ex marito Davide si sfoga rivelando i pensieri più profondi sulla sua ex moglie.
Il 5 luglio 2018 è stato un giorno importante sia per Veronica Panarello che per l’ex marito Davide Stival: la Corte d’Assise d’Appello di Catania ha infatti confermato la sentenza di primo grado nei confronti della giovane mamma indagata per l’omicidio del figlio Lorys Stival, il bambino di 8 anni di Santa Croce Camerina ucciso con delle fascette di plastica da elettricista, il 29 novembre del 2014. La donna è stata ritenuta colpevole del delitto e dell’occultamento del cadavere del primogenito e per tale ragione, vista l’applicazione del rito abbreviato, è stata condannata a 30 anni di reclusione. A lasciare tutti di stucco sono state le dure parole della donna poco dopo la sentenza, urlate all’interno dell’aula.
A rimanere più di tutti sconcertato è stato proprio l’ex marito della donna e padre del piccolo Lorys, Davide Stival. L’uomo, ancora prima della sentenza d’Appello, aveva raccontato come la sua vita da quel tragico giorno di novembre sia cambiata per sempre. L’avvocato Daniele Scrofani, con il quale Davide Stival ha scritto il libro ‘Nel nome di Lorys‘, insieme al giornalista Simone Toscano di Quarto Grado, a MeridioNews ha rivelato: “Davide è molto provato. È una persona semplice, con un alto senso del pudore. Ha sofferto nel vedere una scena del genere perché dice che, se non ci fossero state le telecamere, non l’avrebbe fatta“.
“Veronica Panarello ha modificato le proprie versioni sulla base delle acquisizioni probatorie – ha commentato l’avvocato Daniele Scrofani sempre a MeridioNews -. Ha fatto da specchio alle indagini, approfittando delle notizie che aveva per dare le informazioni”. Il papà del piccolo Lorys Stival, che in questi anni si è chiuso nel suo dolore cercando di proteggere il figlio più piccolo, aveva rivelato a La Sicilia fuori dall’aula: “Non è quella la donna che ho conosciuto. Non la riconosco più“.
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