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Omicidio Vannini, i legali dei Ciontoli minacciano di querelare la madre di Marco: “Non li temo. Per me a sparare è stato Federico”

La mamma di Marco Vannini, il ragazzo ucciso con un colpo di pistola mentre era nella casa della famiglia della sua fidanzata, torna a ribadire quanto crede sull’omicidio. Gli avvocati della famiglia Ciontoli minacciano querele per le sue affermazioni, ma la donna insiste: “Il mio pensiero non cambia. Federico a Marco non piaceva. Non andavano d’accordo”.

Non si sono mai spenti i riflettori sulla morte di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola il 17 maggio del 2015, mentre si trovava nella villetta di famiglia della fidanzata Martina Ciontoli. Una morte inspiegabile, che ha sconvolto, soprattutto dopo la sentenza, l’intera opinione pubblica. La dinamica dell’omicidio, nonostante la conclusione del processo di primo grado, non è ancora chiara nel minimo dettaglio. Gli avvocati difensori della famiglia Ciontoli, dopo le dichiarazioni in tv della mamma del giovane, Marina Conte, hanno minacciato di querelarla.

La donna dopo ciò è tornata a sfogarsi e al settimanale Giallo, in edicola da oggi, 12 luglio 2018, ha dichiarato: “Non temo i Ciontoli e lo ripeto: secondo me non è stato Antonio a sparare al mio Marco, ma suo figlio Federico. Il padre si è autoaccusato del delitto solo per proteggerlo. Io non ero presente, quindi non posso sapere con certezza ciò che accadde in quella casa, però il mio sospetto era e rimane questo”. Aggiungendo: “Solo loro sono a conoscenza di quanto realmente accaduto, ma continueranno a mentire. Se Ciontoli fosse stato messo in galera subito dopo il delitto, lui e il resto della famiglia non avrebbero avuto il tempo di concordare una versione comune e forse oggi conosceremmo tutta la verità sulla morte del mio amato figlio“.

Quelle persone andavano arrestate subito, soprattutto Ciontoli, reo confesso“. Queste sono le parole di Marina Conte, la mamma di Marco Vannini riportate nell’intervista fatta dal settimanale diretto da Andrea Biavardi. Per la morte del giovane la Corte d’Assise di Roma ha condannato il capofamiglia Antonio Ciontoli per omicidio volontario a 14 anni di reclusione, mentre la moglie, Maria Pezzillo, e i due figli, Martina e Federico Ciontoli, sono stati condannati per omicidio colposo a 3 anni. Viola Giorgini, presente al momento dell’omicidio, è stata assolta dall’accusa di omissione di soccorso. I legali della famiglia Ciontoli, come riporta Giallo, hanno minacciato querele sostenendo che il pensiero della donna è totalmente disancorato dai fatti. La mamma a tale replica ha risposto: “Sapete che vi dico? Che la reazione dei Ciontoli è un’ulteriore conferma dei miei sospetti. È quella la verità. Appena parlo di Federico, loro scrivono…“. Nel frattempo cresce l’ansia per il ricorso in Appello. In molti sui social chiedono che la Procura faccia ricorso, sperando che la seconda Corte possa rivalutare il caso emettendo una nuova sentenza più “giusta” rispetto ai capi d’accusa, così che i genitori di Marco Vannini possano almeno avere giustizia visto che nessuno potrà mai ridargli indietro il figlio.

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