Caso Tiziana Cantone, la mamma si rivolge alla figlia e attacca l’ex fidanzato: “Guai a ribellarsi ad un narcisista perverso”
È una dura lotta quella che porta avanti la mamma di Tiziana Cantone per ottenere giustizia per la figlia, vittima di una gogna mediatica a causa della diffusione in rete di alcuni video hot. Una battaglia quella di Maria Teresa Giglio non solo per la figlia, ma per tutte le donne vittime di quello che lei stessa definisce “femminicidio virtuale”.
Sono passati quasi due anni dalla morte di Tiziana Cantone, la ragazza di Mugnano suicidatasi dopo aver subito per più di un anno una vera e propria gogna mediatica a causa della diffusione in rete, contro il suo volere, di alcuni filmati hot che la vedevano protagonista. La mamma della ragazza, Maria Teresa Giglio, non ha mai smesso di lottare per ottenere giustizia. La sua non è soltanto una battaglia personale, ma è rivolta in favore di tutte le donne vittime, proprio come Tiziana, di un mezzo così veloce che usato malevolmente da alcune persone può danneggiare nel profondo, a tal punto da spingere chi subisce tali violenze a suicidarsi.
Un lungo percorso quello messo in atto dalla mamma di Tiziana che recentemente sembra essersi sbloccato: nel mese di maggio la pm Valeria Sico ha firmato la richiesta per il rinvio a giudizio per l’imprenditore ed ex convivente della giovane, Sergio Di Paolo. A carico dell’uomo vi sono tre reati: simulazione di reato, calunnia e accesso abusivo del sistema informatico.
Così Maria Teresa Giglio porta avanti la battaglia iniziata dalla figlia. Tiziana Cantone aveva denunciato quanto accaduto alle autorità competenti, ma non ottenendo dei miglioramenti, ha visto nel suicidio l’unica soluzione per sfuggire definitivamente all’incubo che subendo. Purtroppo non è la sola, in quanto ancora oggi la diffusione in rete di video hot senza il consenso della donna avviene, devastando quest’ultima, che si trova ad essere attaccata per aver commesso quello che tutti gli esseri umani compiono con il/la loro partner. La mamma di Tiziana Cantone, che lotta quotidianamente contro questo fenomeno, su Facebook scrive: “Eri la mia principessa, non ti ho fatto mai mancare nulla, specialmente il mio amore e la mia dedizione, ma un giorno ti sei imbattuta in un lupo rivestito d’agnello che ti ha distrutto la vita. Ti ha data in pasto alla ferocia del web perché per lui gli insulti erano il suo metodo più semplice per buttarti giù, per far abbassare la tua autostima, umiliarti, infangarti e offendere la tua intelligenza, il tuo aspetto e il tuo comportamento, invalidando allo stesso tempo il tuo diritto ad essere un individuo con un proprio punto di vista, guai a ribellarsi ad un narcisista perverso. Ti hanno infangata in tutti i modi soddisfacendo i loro istinti più animaleschi senza sapere nulla di te e della battaglia che stavi combattendo. C’è gente che non è mai giunta al giudizio, restando nel pregiudizio. Sarai sempre la mia principessa“.
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