Sono passati quasi 16 anni dalla morte di Desirée Piovanelli, l’adolescente massacrata a coltellate nel 2002 dopo un tentativo di stupro in una cascina abbandonata. Il padre della ragazza chiede nuove indagini svelando un mandante occulto.
Per il padre di Desirée Piovanelli qualcosa non torna nella brutale morte della figlia, uccisa a coltellate dal branco il 28 settembre del 2002, dopo un tentativo di stupro in una casale abbandonato a Leno, nel Bresciano. La giovane, di 15 anni, era stata attirata con l’inganno all’interno della cascina. Per la giustizia italiana ad uccidere l’adolescente e ad essere condannati in via definitiva sono stati Nicola Bertocchi, vicino di casa della ragazza, al momento dell’omicidio 16enne, due coetanei (Nicola Vavassori e Mattia Franco) e un adulto, Giovanni Erra, anche lui vicino di casa della famiglia della vittima, condannato a 30 anni di reclusione. I ragazzi, al tempo minorenni, sono tornati in libertà dopo aver scontato le pene (poi ridotte) di 18, 15 e 10 anni. Proprio uno di loro, secondo quanto rivelato dal padre della giovane, gli avrebbe rivelato elementi importanti, chiarendo alcuni lati oscuri della vicenda.
Secondo la ricostruzione Desirée Piovanelli venne attirata nella cascina da Bertocchi, il quale aveva pianificato lo stupro di gruppo e l’omicidio della vicina. Il padre però, ai microfoni di Quarto Grado, nella puntata andata in onda il 3 giugno, ha rivelato: “C’era un mandante che è sempre stato coperto, che faceva parte di un gruppo di adulti che organizzava serate a luci rosse con ragazzine minorenni a base di sesso e droga. Un gruppo che pagava chi rapiva le giovani da portare poi ai festini“. Il padre della vittima non crede quindi alla ricostruzione fatta durante i processi, secondo Maurizio Piovanelli: “Mia figlia è vittima di un tentativo di rapimento e non di un tentativo di abuso. Il paese, Leno, sa come sono andati i fatti. Tante persone mi hanno avvicinato, mi hanno detto di conoscere il gruppo di pedofili. Perché di pedofilia si tratta. Da quello che sappiamo si tratta di persone che adescavano le ragazzine e per avvicinarle sfruttavano i coetanei, minorenni a loro volta usati”.
Secondo il padre di Desirée nella rete di pedofili sarebbero coinvolte diverse persone importanti. Per tali ragioni Maurizio Piovanelli, mediante i suoi avvocati, è pronto a depositare un esposto per la riapertura delle indagini perché, a suo avviso, i lati oscuri nella vicenda sono ancora presenti. Attraverso le telecamere di Quarto Grado, l’uomo ha inoltre lanciato un appello ai 3 colpevoli oggi a piede libero e a chi conosce la verità sulla morte di Desirée Piovanelli, chiedendo di raccontare tutto ciò che sanno agli inquirenti.
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