Si è tornati in aula presso il Tribunale di Catania per il processo nei confronti di Veronica Panarello, la mamma accusata dell’omicidio del figlio Lorys Stival.
È stata una lunga giornata quella di oggi, 10 maggio 2018, soprattutto per la difesa di Veronica Panarello, la mamma accusata e condannata in primo grado per l’omicidio del primogenito Lorys Stival, avvenuto a Santa Croce Camerina il 29 novembre del 2014. A parlare presso il Tribunale di Catania è stato l’avvocato difensore della donna, Francesco Villardita, il quale, nella sua lunga arringa (non ancora terminata, ndr), ha cercato di spiegare alla Corte d’Assise d’Appello perché la sua assistita è innocente.
L’ipotesi sostenuta dall’avvocato Villardita è che ad uccidere il piccolo Lorys Stival non è stata la madre, bensì il nonno, Andrea Stival, mosso dalla paura che il bambino possa aver potuto riferire al padre della relazione extraconiugale intrattenuta con Veronica Panarello. Presente nell’aula del Tribunale di Catania l’imputata, mentre non vi erano né l’ex marito della Panarello, Davide Stival, né il suocero incolpato dalla donna. Come riporta sui social l’inviato di Quarto Grado, il giornalista Simone Toscano, l’arringa dell’avvocato Francesco Villardita è durata circa quattro ore e l’intervento continuerà nella prossima udienza, fissata per il prossimo 6 giugno.
Veronica Panarello, come previsto dal legale, non è intervenuta in aula. L’avvocato Villardita, poco prima di entrare nell’aula del Tribunale di Catania, aveva ben spiegato ai microfoni di Mattino Cinque la sua linea difensiva, sostenendo: “La sentenza copre dei vuoti logici, con argomentazioni né tecniche né scientifiche. Non può esistere un processo di omicidio di tale natura senza un movente. Non abbiamo neanche uno stato di incapacità psicologica o psichiatrica di Veronica Panarello, a cui non sono state riconosciute neanche le attenuanti generiche, a prescindere da quello che avrebbe fatto. Cercheremo di dimostrare che non l’ha fatto“.
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