Omicidio Alessandro Neri, analizzate le immagini delle telecamere di sorveglianza: il punto della situazione
Proseguono le indagini riguardanti la morte di Alessandro Neri, il giovane ucciso con due colpi d’arma da fuoco nella periferia di Pescara. Dopo il ritrovamento delle chiavi della macchina del ragazzo sembrano non arrivare buone notizie dalla ricerca del killer.
Si sta dissolvendo la fitta la nube che ricopre la verità sull’omicidio di Alessandro Neri, il giovane ucciso con due colpi d’arma da fuoco la sera del 5 marzo scorso e trovato morto l’8 marzo in un anfratto alla periferia sud di Pescara, a due passi del torrente Vallelunga. Dalla giornata internazionale della donna non si è fatto che cercare le chiavi della macchina di Alessandro, la quale si era ipotizzato che fosse stata spostata dal killer dopo l’omicidio. Ad accreditare tale tesi vi erano le dichiarazioni del proprietario della pizzeria di via Mazzini, il quale aveva sostenuto di aver visto la Fiat 500 rossa davanti al locale soltanto nei giorni seguenti il delitto. Nelle giornate precedenti sono state rinvenute dai carabinieri le chiavi dell’autovettura di Alessandro. Si trovavano nelle sterpaglie vicino al luogo in cui è stato ritrovato il corpo del giovane.
Sembra quindi che il killer di Alessandro Neri non abbia fatto sparire le chiavi della macchina e che la Fiat 500, priva di tracce oltre a quelle del proprietario, sia stata parcheggiata dal 29enne prima di essere ucciso. Chi ha portato Alessandro vicino al torrente Vallelunga? Chi ha ucciso il giovane? Dubbi che ancora restano, nonostante gli inquirenti nelle ultime settimane abbiano completamente escluso la pista dei litigi familiari come possibile movente del delitto.
Durante i mesi delle indagini erano state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza lungo il percorso fatto da Alessandro Neri per arrivare al parcheggio in via Mazzini, ma nulla di rilevante sembra essere emerso. Alcune di queste, come riporta la piattaforma locale Colline d’Oro, hanno restituito immagini sfocate, dalle quali non è stato possibile riconoscere i volti di chi vi ha transitato. Da alcune telecamere è stato però possibile riconoscere, con molta probabilità, la Fiat 500 di Alessandro Neri seguita, lungo una tratta, da una Opel Meriva, trovata bruciata e compattata proprio pochi giorni dopo il delitto: una coincidenza? Al momento non vi sono certezze su un coinvolgimento nell’omicidio, in quanto potrebbe anche essere un caso. La Opel sembra essere stata distrutta da un incendio doloso, che ha anche interessato uno scooter e il portone dell’abitazione del proprietario dell’auto. Stando quanto sostenuto da quest’ultimo, la vettura doveva essere rottamata e dopo aver preso fuoco è stata trasportata in un deposito dove è stata compattata.
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