La sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Roma in merito al processo per la morte di Marco Vannini ha suscitato in molti rabbia e rinnovato dolore, soprattutto nei familiari del giovane ucciso da 3 anni. La mamma del ragazzo è però determinata e ai microfoni di Chi l’ha visto? ha sostenuto di non volersi arrendere .
C’è tanta rabbia e amarezza per la sentenza emessa ieri, 18 aprile, dalla Corte d’Assise di Roma nel processo riguardante la morte del 20enne Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola il 17 maggio del 2015, mentre si trovava nella villetta di famiglia della fidanzata Martina Ciontoli. Il pubblico ministero, nel corso delle innumerevoli udienze, ha ricostruito quanto accaduto quella tragica sera, motivando alla Corte i capi d’accusa nei confronti dell’intera famiglia Ciontoli e di Viola Giorgini, fidanzata con Federico Ciontoli. Ciò però non sembra essere bastato. Per i giudici Antonio Ciontoli è il responsabile principale della morte di Marco Vannini, condannandolo però a 14 anni di reclusione per omicidio volontario. Diversa è invece la responsabilità della fidanzata del ragazzo ucciso, Martina Ciontoli, e del fratello di quest’ultima, insieme alla loro madre, sono stati condannati a 3 anni di carcere per omicidio colposo. I giudici hanno inoltre assolto Viola Giorgini dall’accusa di omissione di soccorso.
Condanne non sufficienti per i familiari di Marco Vannini, in particolare per la mamma del ragazzo che immediatamente fuori dal tribunale di Roma ha espresso il suo disappunto. La signora Marina, con il sostegno del marito e del resto della famiglia, ospite a Chi l’ha visto?, ci ha tenuto a specificare che non si arrenderà e continuerà a lottare ma non solo per lei, bensì per tutte le persone vittime di tali ingiustizie. La conduttrice Federica Sciarelli ha fatto ascoltare ai familiari i molteplici messaggi lasciati dai telespettatori di Chi l’ha visto?, che hanno espresso sostegno alla famiglia di Marco Vannini. “Mi sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà – afferma la madre di Marco – una mamma per esempio mi ha scritto: ‘Nel nome del popolo italiano, si dice all’inizio della lettura della sentenza. No, non nel mio nome, il mio nome non c’era’. Ora aprirò un’associazione a nome di mio figlio, Giustizia e Verità, con cui aiuterò tutte le persone che hanno bisogno“.
La madre di Marco Vannini ha poi aggiunto: “Da quando è morto sono in cura dallo psichiatra, ero una donna forte e lo sarò ancora, continuerò a chiedere giustizia per mio figlio fino all’ultimo respiro“. La conduttrice Federica Sciarelli ha inoltre mandato in onda una delle chiamata fatta al 118 quella tragica sera, oggetto principale dell’impianto accusatorio. Proprio in merito a ciò il papà di Marco, Valerio Vannini, ha affermato: “Ogni volta che sento quella chiamata al 118, rabbrividisco come succede a tantissime persone”. In merito al ricorso in appello la parola spetta al pubblico ministero, che potrà ricorrervi se ritiene inadeguate le condanne attribuite agli imputati.
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