Gianfranco D’angelo shock: “Non mi hanno fatto entrare al funerale di Frizzi”
L’attore comico Gianfranco D’Angelo si è lamentato per non essere stato fatto entrare al funerale di Fabrizio Frizzi, celebrato ieri nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma. “Volevo solo salutare il mio collega. Mi hanno respinto dicendo che la cerimonia era per pochi intimi”, ha dichiarato.
Dopo il funerale di Fabrizio Frizzi celebrato ieri in Piazza del Popolo a Roma, nella Chiesa degli Artisti, la commozione era visibile sul volto di tutti. La tristezza però non è stato l’unico sentimento provato dai presenti, infatti c’è stato anche chi ha avuto anche qualcosa da ridire contro l’organizzazione del funerale. Si tratta dell’attore comico romano Gianfranco D’Angelo, che con un post su Facebook ha manifestato tutto il suo disappunto: “Quando un funerale diventa spettacolo e non ti viene permesso di entrare in chiesa per salutare un collega che ci lascia, allora consideri che si può essere vicini alle persone anche senza essere ripresi dalla TV: mi hanno respinto dicendo che era una cerimonia “per pochi intimi”. No comment. Ciao Fabrizio, ti porterò sempre nel cuore”. Queste le dichiarazione dell’ex conduttore di Striscia la Notizia e Drive In.
La reazione di D’Angelo sta spaccando l’opinione pubblica, infatti c’è chi sta dalla sua parte sostenendo che un personaggio pubblico e collega di Frizzi sarebbe dovuto entrare alla cerimonia, mentre molti altri sostengono che la polemica dell’attore 81enne sia inutile e fuori luogo, e che in questi momenti si dovrebbe soltanto restare in rispettoso silenzio.
Nonostante questo però, anche D’Angelo si era unito insieme agli altri personaggi dello spettacolo nel ricordare Frizzi con grande affetto sui social: “Avevi una qualità rara nel mondo, l’educazione e la gentilezza. Entravi nelle case degli italiani come l’amico di tutti. Pacato, sorridente, rassicurante. Come mi dispiace! A Carlotta, alla tua bimba un abbraccio immenso. Con infinita tristezza ti dico: fai buon viaggio Fabrizio.
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