Continuano senza sosta le indagini per la morte di Alessandro Neri, il ragazzo di 28 anni ucciso a Pescara. Il dolore per i familiari è indescrivibile ma, nonostante ciò, vogliono vederci chiaro sulla vicenda. La mamma di Alessandro proprio in merito a ciò si è rivolta direttamente a Papa Francesco.
Resta ancora una fitta nube sul morte di Alessandro Neri, il giovane ucciso con due colpi d’arma da fuoco la sera del 5 marzo scorso e trovato morto l’8 marzo in un anfratto alla periferia sud di Pescara, a due passi del torrente Vallelunga. La mamma del giovane, Laura Lamaletto, provata e sconvolta, continua a chiedere, supportata dal resto della famiglia, la verità sulla morte del figlio. La donna stessa su Facebook ha fatto sapere di aver inviato il 13 marzo una lettera a Papa Francesco redatta in spagnolo, come le ha suggerito il cuore, traducendola però anche in italiano, lingua del Paese tanto amato da Alessandro.
Nella missiva Laura Lametto, come lei stessa ha affermato ai diversi microfoni delle reti che hanno dato spazio al giallo riguardante la morte del figlio, ha chiesto al Papa di intercedere e di aiutarla nella sua battaglia contro la violenza, specificando di non voler avere alcuna vendetta. “Sono venezuelana figlia di genitori nati in Italia – recita la lettera di Laura Lamaletto -. Mio figlio Ale amava la sua parte latina e amava ballare la nostra musica. Ieri sono andata alla chiesa di San Camillo dove celebreremo il suo funerale e ho chiesto a Gesù di aiutarmi a scoprire chi ha commesso questo grave crimine. Non voglio la prigione per lui o loro, voglio che si convertano e/o li accompagnino in una missione cattolica per aiutare coloro che hanno bisogno di lottare per resistere alla vita. Ecco perché, Papa Francesco ti chiedo di intercedere e di aiutarmi: non più violenza nella mia famiglia. Aiutami a convertirli affinché lavorino per una causa umanitaria. Basta morte e vendetta. Una madre che vuole solo luce per suo figlio”.
Nel frattempo le indagini continuano e, stando quanto riportato da Il Messaggero, esaminando la documentazione sequestrata nei giorni precedenti con l’obiettivo di ricostruire la storia patrimoniale della famiglia e anche i movimenti economici di Alessandro, sono spuntate fuori due società. Quest’ultime non sono direttamente riconducibili al 28enne, però lui ne aveva a che fare. I militari della guardia di finanza si sono recati nelle sedi delle due società, che si trovano a Pescara, e le hanno perquisite, sequestrando tutta una serie di carte e atti utili a verificare la loro effettiva operatività e soprattutto che tipo di rapporti avesse con loro Alessandro.
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