Il Procuratore che si è occupato della strage di Latina ha smentito l’ipotesi sostenuta dal programma Chi l’ha visto in merito all’utilizzo di alcuni strumenti particolari che avrebbero rivelato due persone vive all’interno dell’appartamento. Ecco la ricostruzione della Procura.
Il Procuratore capo di Latina, Andrea De Gasperis, nel corso di una conferenza stampa, ha smentito l’ipotesi formulata dal noto programma di Rai 3 Chi l’ha visto? in merito all’utilizzo di determinati strumenti atti a rivelare quante persone vive vi sono in una determinata struttura. “Alessia e Martina sono state uccise subito dal papà Luigi Capasso, al momento dell’intervento dei carabinieri a Cisterna di Latina nessuna delle due bambine era ancora in vita e i reparti speciali dell’Arma non sono neppure dotati di strumenti per rilevare la presenza di persone vive all’interno di un edificio“, ha dichiarato il Procuratore, come riportano i diversi organi di stampa.
L’ipotesi quindi affermata dalla conduttrice Federica Sciarelli nel corso dell’ultima puntata di Chi l’ha visto?, andata in onda mercoledì 14 marzo, è quindi stata smentita: “Si è parlato dell’esistenza di apparecchiature per rilevare presenza di persone in luoghi in dotazione dell’Arma dei carabinieri. Apparecchiature che ove utilizzate avrebbero rilevato la presenza in vita della figlia maggiore di Capasso. Ciò non corrisponde a verità. Un apparecchio del genere, che io sappia, non è in dotazione all’Arma e bisogna riaffermare che le due povere bambine erano già morte quando le forze dell’ordine si sono presentate in loco“. Il Procuratore, come riporta la Repubblica, ha inoltre aggiunto: “Non c’è stata alcuna ricostruzione che non sia stata presa in esame, non c’è stata alcuna possibilità di intervento alternativa”.
Il procuratore ha inoltre evidenziato come anche le testimonianze dei vicini, raccolte dagli investigatori, mettono in luce che i colpi di pistola sono stati uditi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Per ore quindi Luigi Capasso ha finto che le bambine fossero ancora vive, parlando con i colleghi che tentavano di dissuaderlo dal suo piano. L’appuntato in realtà aveva già ucciso le figlie e, dopo aver lasciato i biglietti contenenti le accuse alla moglie Antonietta Gargiulo e il denaro per i funerali, si è ucciso. Le indagini però non sono concluse: si cerca di comprendere le eventuali responsabilità sull’accaduto, analizzando gli esposti presentati dalla donna e dall’uomo. Non si tralasciano neanche i certificati delle relative visite effettuate da Luigi Capasso che lo hanno ritenuto idoneo al servizio, lasciandogli la pistola d’ordinanza. Sono quindi in corso le inchieste da parte della Procura di Latina e dalla Procura militare.
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