Cosa sia successo al giovane Alessandro Neri, ucciso con due colpi d’arma da fuoco e trovato morto alla periferia sud di Pescara, in un anfratto a due passi del torrente Vallelunga, rimane ancora un mistero. Il ragazzo è stato trovato con i piedi nell’acqua del rigagnolo, disteso tra gli arbusti, con il cappuccio della felpa sopra il capo. Sul sentiero che conduce al luogo del ritrovamento i Carabinieri hanno rinvenuto tracce di pneumatici. Resta ancora da capire se Alessandro Neri sia stato portato sul luogo del ritrovamento già morto o se fosse ancora in vita. Dall’autopsia è emerso che il giovane non presenta segni di colluttazione. Tre le ipotesi fino a questo momento prese in considerazione: la prima rivolta verso all’ambito familiare, dove magari qualche contrasto economico all’interno nel nucleo italo-venezuelano a cui appartiene la mamma Laura Lamaletta possa aver portato al tragico epilogo; la seconda relativa al mondo della droga, in quanto ultimamente Alessandro frequentava alcuni pregiudicati; la terza legata alla pista passionale. Ai microfoni di Pomeriggio Cinque ha parlato la madre del giovane: “Alessandro era un ragazzo generoso, che se aveva qualcosa da donare non si tirava indietro. È diventato senza volerlo, inconsciamente, figlio unico (Alessandro Neri in realtà era il terzo di quattro figli, ndr). Ora la cosa importante è trovare la verità, ne abbiamo bisogno tutti”.