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Caso Emanuela Orlandi, il fratello: “Una parte di me vive ancora ferma agli anni della scomparsa di mia sorella”

Non si da per vinto il fratello di Emanuela Orlandi in merito alla scomparsa della sorella e più in generale al fenomeno in forte aumento in questi ultimi anni delle persone scomparse.

L’ultima relazione presentata al Viminale dal sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, dal Commissario straordinario per le persone scomparse uscente Vittorio Piscitelli e dal nuovo Commissario straordinario Mario Papa, parla chiaro: il numero delle persone scomparse è in aumento, nonostante i 158.229 ritrovamenti. Si parla di un “fenomeno strutturale” il cui aumento è legato anche per l’incidenza dei flussi migratori, con tanti minori stranieri che, giunti in Italia e identificati, fanno perdere le proprie tracce allontanandosi dalle strutture di accoglienza.

Proprio come la mamma di Denise Pipitone (intervenuta su tale tematica con alcune dichiarazioni molto importanti, di cui trovate il link in fondo alla pagina) anche il fratello di Emanuela Orlandi, intervistato da Radio Fiesole, ha commentato la relazione consegnata a Roma il 13 febbraio scorso: “Il fenomeno non è solo contemporaneo e l’attenzione dovrebbe essere già alta da tanti anni“. Ricordando la scomparsa della sorella nell’estate del ’83, Pietro Orlandi ha aggiunto: “Nel 1983 si parlava di tratta delle bianche e c’era una lista di persone scomparse dove tante erano le ragazze tra i 14 e i 18 anni scomparse solo a Roma”.

In merito alle indagini sulla sparizione di Emanuela rivela: “Come si vede nella prima puntata dello speciale Scomparsi (di Sky, ndr), che anticipa gli altri casi di sparizione avvenute in Italia, ho fatto richiesta di poter leggere i documenti riservati di Giovanni Paolo II che sono stati portati in Polonia. Nessuno ha risposto. Devo dire che non c’è stata mai una collaborazione con la Città del Vaticano”. Tornando alle parole dette da Papa Francesco sulla scomparsa di Emanuela (secondo cui la giovane sarebbe in cielo, ndr) il fratello ha confessato: “Quando l’ho sentito mi si è gelato il sangue. Dopo tanto tempo sentivo un Papa che faceva il nome di Emanuela ed in pratica mi diceva che era morta… . Ho pensato però nel dramma che ci fosse una volontà di collaborare ed invece il muro si è alzato più di prima. Ho fatto tante richieste per un incontro privato. Se ad inchiesta aperta il Papa in persona mi fa quel tipo di rivelazione in mezzo ad una strada forse c’è qualcosa ancora da dire e da sapere… ho pensato. Ma non l’ho ancora saputo”. “Dico sempre che quelle degli scomparsi e dei loro famigliari sono vite sospese. – spiega Pietro Orlandi – Mi sono sposato, ho dei figli ma una parte di me vive ancora ferma a quegli anni“. Il fratello di Emanuela ha inoltre aggiunto: “Tenere alta l’attenzione è importante, perché spesso tutto finisce nei primi giorni ed invece potersi sfogare e parlarne è un aiuto per tante persone”.

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Photo Credits Facebook

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