Jannah Theme License is not validated, Go to the theme options page to validate the license, You need a single license for each domain name.
Cose da Vip

Ombre sulla morte di Pino Daniele: si poteva salvare? La clamorosa ipotesi

A tre anni dalla scomparsa del noto cantautore italiano Pino Daniele, la sua morte resta ancora avvolta in un alone di mistero. I familiari sostengono che il musicista poteva salvarsi se si fosse intervenuto in tempo e, per la prima volta, il settimanale Giallo, diretto da Andrea Biavardi, pubblica la perizia dei medici legali.

Tra pochi giorni, il 4 gennaio, ricorre il terzo anniversario della scomparsa di Pino Daniele, morto durante la corsa in auto dalla sua villa vicino Grosseto all’ospedale Sant’Eugenio di Roma a causa di un arresto cardiaco. I familiari non hanno mai smesso di interrogarsi sulle ultime ore di vita del musicista, chiedendosi se la morte poteva essere evitata. I parenti chiedono la riapertura delle indagini.

Pino Daniele soffriva da tempo di problemi di cuore: nel 1989 era già stato colpito da un infarto che lo aveva costretto a quattro operazioni di bypass. Nei giorni precedenti la morte il musicista non si sentiva bene e, nonostante diversi episodi di malessere, non venne sottoposto a una visita. La sera del 4 gennaio del 2015 la situazione precipita. Dopo 3 ore dall’inizio del malore, la compagna del cantautore parte alla volta del ospedale Sant’Eugenio di Roma, con a bordo Pino Daniele. Una folle corsa. I medici, al momento dell’arrivo, rilevano: “Assenza di attività cardiaca e respiratoria, cianosi a mantellina, midriasi fissa, riflesso corneale assente. Asistolia al monitor“. Dopo diversi tentativi di rianimazione, dopo 4 ore dal malore, viene constatato il decesso del cantautore.

La procura di Roma ha aperto, successivamente alla morte di Pino Daniele, un fascicolo per omicidio colposo e omissione di soccorso, ma il caso viene archiviato dopo qualche mese. Ciò che è emerso dalla perizia dei medici legali è che il cantautore avrebbe avuto bisogno di cure tempestive, che non necessitano di particolari attrezzature, attuabili quindi all’interno dell’ambulanza. Nella perizia, riportata dal settimanale Giallo, emerge come a peggiorare la situazione vi sia stato il trasporto in auto, in quanto anziché essere sdraiato Pino Daniele era seduto. Per i medici, con tale comportamento, si sono perse alcune possibilità di sopravvivenza del noto musicista. La famiglia non si è mai rassegnata alla morte e si è addirittura affidata alla consulente Luisa Regimenti, presidente della associazione Medicina Legale Contemporanea. “Dal quadro clinico e dalle risultanze scientifiche emerge una serie di negligenze nella gestione dell’emergenza – evidenzia l’esperta – . Siamo convinti che se fossero state seguite le consuete procedure di soccorso, mettendo da parte i protagonismi, Pino si sarebbe salvato, perché bastava intervenire d’urgenza e liberare l’occlusione al cuore per cambiare il corso degli eventi”. La riapertura delle indagini, come riporta il settimanale diretto da Andrea Biavardi, sembra dunque l’unica soluzione per arrivare alla verità.

Photo Credits Facebook

Pulsante per tornare all'inizio