Il papà del fidanzato di Noemi Durini, dopo le ultime accuse mosse contro la povera studentessa di Specchia, torna a parlare del figlio reo confesso del delitto e questa volta mostra compassione nei confronti della ragazza.
Continuano le indagini sull’omicidio di Noemi Durini, la 16enne di Specchia brutalmente uccisa dal fidanzato 17enne, reo confesso. Parallelamente al lavoro degli inquirenti, la famiglia del ragazzo, ascoltata da diversi programmi televisivi, ha continuato a sostenere le dichiarazioni di Lucio: Noemi aveva ingaggiato qualcuno per ucciderli, così da poter vivere la relazione con il giovane senza ostacoli. Nel corso di queste interviste i genitori del 17enne non hanno mai speso parole compassionevoli nei confronti della vittima, ma anzi hanno sempre scaricato la colpa dell’omicidio sulla stessa. La mamma di Noemi, Imma, nel dolore di fronte a tali dichiarazioni è stata costretta ad intervenire per difendere la memoria della propria figlia, vittima di una violenza inaudita. Ora però la musica sembra essere cambiata e il padre di Lucio, Biagio, ha raccontato la sua verità sull’omicidio.
Ai microfoni di Quarto Grado, nella puntata andata in onda venerdì 13 ottobre, Biagio racconta il figlio, ma questa volta, rispetto alle precedenti interviste, il tono è più calmo. Descrive Lucio un ragazzo come tanti, almeno fino al giorno in cui ha incontrato Noemi. I due avevano, secondo il padre, un rapporto morboso, ossessivo, dove la gelosia la faceva da padrone. Da quel momento il 17enne ha cominciato a cambiare, finché una sera non aveva iniziato ad inveirgli contro e a tirargli oggetti, urlandogli parole pensati: “Io ti uccido“. La moglie, stando al racconto dell’uomo, provava a trattenere Lucio ma con scarsi risultati. Ad un certo punto il giovane crolla a terra e perde i sensi. Una volta chiamato il 118 avviene il primo TSO. Da lì la situazione sarebbe solo peggiorata, come dimostrano i fatti.
Il signor Biagio si mostra per la prima volta dispiaciuto per la morte della ragazza, affermando commosso: “Nessuno doveva morire in questa storia“. L’uomo racconta all’inviata come, dopo aver appreso della scomparsa di Noemi Durini, ha subito avuto un brutto presentimento. Da quel momento ha iniziato a riempire di domande il figlio. Ed un giorno, proprio alle sue domande, il figlio non rispondeva e chinava soltanto la testa: “Quella è stata una pugnalata. Lì ho capito che era successo qualcosa. La certezza mi è arrivata non a parole, ma al cuore. È vero che l’ha uccisa mio figlio ma le colpe sono dei grandi, di noi adulti“. Il figlio, stando quanto affermato dal padre, si è pentito per aver ucciso Noemi ed ha ammesso di voler uccidere “il papà”, non il padre di Noemi, ma quell’uomo che i due erano soliti chiamare così, cioè Fausto Nicolì.
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