Il settimanale francese Charlie Hebdo, noto per la sua satira politica e la sua irriverenza, colpisce ancora. Questa volta a scatenare le polemiche è l’ironia dell’ultima copertina dedicata all’attentato terroristico avvenuto a Barcellona il 17 agosto 2017.
Pesanti critiche sono state mosse al settimanale satirico francese Charlie Hebdo per la sua ultima copertina dedicata all’attentato, avvenuto giovedì 17 agosto 2017, sulla Rambla a Barcellona. Un disegno e un’ironia che hanno lasciato tutti a bocca aperta. L’edizione, pubblicata il 23 agosto, mostra in primo piano un furgoncino bianco, come il van che si è lanciato sulla folla, proseguire la sua corsa lasciando per terra due persone sporche di sangue, precedentemente investite dal veicolo. Ma a lasciare principalmente di stucco non è tanto il disegno quanto il titolo che accompagna l’immagine di copertina: “Islam, religione di pace… eterna“.
Da sempre lontani dal politically correct, il settimanale Charlie Hebdo si è sempre distinto per la sua schiettezza e irriverenza soprattutto su questa tematica, che in primis li colpì con l’attentato del 7 gennaio 2015, in cui persero la vita 12 persone. Da quel giorno, a maggior ragione hanno continuato la battaglia a loro modo contro l’Islam con messaggi chiari. Ma non tutti la pensano come loro. In molti sui social hanno accusato il periodico francese di razzismo e islamofobia, ma le critiche non provengono soltanto dal popolo del web.
Il periodico francese Charlie Hebdo sembra quindi, con l’ultima copertina, aver calcato troppo la mano. Da sempre il settimanale è oggetto di critiche ma questa volta l’immagine in primo pian ha urtato la sensibilità di molti, specie per la situazione geopolitica attuale. Stéphane Le Foll, ex ministro ed ex portavoce del governo dell’ex presidente francese François Hollande, in un’intervista trasmessa da Rmc e Bfmtv, ha espresso la sua opinione contraria sull’ultima illustrazione di Juin: “Gli amalgami sono molto pericolosi. Dire che l’islam è una religione di pace lasciando intendere, di fatto, che è una religione di morte, risulta estremamente pericoloso”.
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