Sono passati 2 anni dalla morte di Marco Vannini, il ragazzo ucciso a casa della fidanzata, e questa è la terza estate per la famiglia senza il giovane. La madre della vittima si sfoga e racconta di come, dall’inspiegabile morte del figlio, sta andando avanti solo per ottenere giustizia.
Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, il 19enne ucciso misteriosamente con un colpo di pistola la sera del 17 maggio del 2015 mentre era in casa della fidanzata a Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma, si sfoga con il settimanale Giallo sulla vicenda. Non si arrende la madre del giovane, pretende di sapere la verità e di ottenere giustizia per la morte del figlio. Stando alla versione fornita dal padre della fidanzata, Antonio Ciontoli, sarebbe stato lui a sparare il colpo di pistola verso Marco per errore. Il maresciallo della Marina, con un ruolo nei servizi segreti, si è attribuito tutta la responsabilità dello sparo ma, nell’ultima udienza, un carabiniere ha dichiarato che Ciontoli padre, dopo il delitto, gli confessò di non voler dichiarare altro perché avrebbe messo nei guai il figlio. Al momento dello sparo in casa vi era tutta la famiglia, compresa la fidanzata del fratello di Martina Ciontoli, Viola Giorgini. I Ciontoli sono tutti indagati per omicidio volontario, mentre la fidanzata di Federico è accusata di omissione di soccorso.
“Ormai vivo di ricordi. Tornare a Porto Ainu, in Sardegna mi fa stare tanto male, ma ho deciso di venirci lo stesso perché è l’unico modo per rivedere mio figlio. Mi sdraio e lo penso. Vado indietro con la memoria ricordando molti episodi legati a Marco, a quando era piccolo e si divertiva come un matto a giocare su questa sabbia”. Marina Conte rammenta così il figlio perso in circostanze misteriose. E continua dichiarando al settimanale Giallo:”È impossibile non pensare a quello che gli è successo due anni fa. Impossibile dimenticare che il mio Marco è stato ucciso da 5 persone senza scrupoli!“.
La mamma di Marco Ciontoli continua a lottare per ottenere la verità sulla morte del figlio. “Non riesco a smettere di piangere. Da quella maledetta sera in cui è stato ucciso non mi sono più ripresa. Sono in cura da uno psicanalista, mentre chi mi ha ridotto in questo stato se n’è andato in vacanza. I responsabili della morte di mio figlio si divertono come se nulla fosse. Si godono la loro estate“, parole forti che testimoniano il dramma della donna. “C’è un’altra cosa che mi fa stare male: non sapere tutta la verità. Ci sono ancora troppe cose che non tornano. E finché i fatti non verranno chiariti io non mi rassegnerò“. Marina Conte è speranzosa e crede fermamente che prima o poi la giustizia faccia il suo corso. Attualmente è ancora in corso il processo di primo grado per l’omicidio di Marco Vannini. La prossima udienza è prevista per il 23 ottobre. Una data cruciale in cui verranno ascoltati i quattro imputati.
Photo Credits Facebook