Omicidio Roberta Ragusa, Antonio Logli non si arrende e vuole ribaltare la sentenza
Dopo la condanna di Antonio Logli a vent’anni per l’omicidio volontario della moglie Roberta Ragusa, gli avvocati dell’uomo hanno presentato il ricorso alla corte d’appello.
La difesa di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, ritenuto colpevole dell’omicidio volontario della moglie e di distruzione di cadavere, ha presentato un centinaio di pagine per ribaltare la sentenza del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Pisa Elsa Iadaresta, che lo scorso 21 dicembre ha condannato l’uomo a vent’anni di reclusione, con rito abbreviato. Il centinaio di pagine, stando quanto riportato da La Nazione, sono il ricorso, presentato nei giorni scorsi, alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze dai difensori del titolare dell’autoscuola. Nel documento gli avvocati Roberto Cavani e Saverino Sergiampietri contestano soprattutto l’attendibilità dei due testimoni principali dell’accusa, Loris Gozi e Silvana Piampiani, i cui racconti, secondo la difesa di Antonio Logli, sarebbero tardivi e contraddittori.
Per il giudice Iadaresta non vi sono dubbi: Antonio Logli ha ucciso la moglie Roberta Ragusa, scomparsa la notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012. Ciò lo si evince dalle 134 pagine delle motivazioni della sentenza, depositate il 18 marzo 2017, dove la Iadaresta scrive: “Antonio Logli è un bugiardo e ha reiteratamente e pervicacemente tentato di mistificare la realtà fornendo in più occasioni una versione degli accadimenti non corrispondente al vero e spesso smentita dagli esiti investigativi. L’uccisione di Roberta Ragusa ha costituito, senza ombra di dubbio, la scellerata soluzione di tutti i problemi che da tempo assillavano l’imputato e che, in quel frangente, sono diventati per lui tragicamente pressanti”. All’uomo sono state imposte dal giudice l’obbligo di dimora nelle ore notturne, presso l’abitazione in via Ulisse Dini a San Giuliano Terme, nella quale risiedeva con la moglie. Inoltre il giudice ha posto anche il divieto per Antonio Logli di allontanarsi dai territori comunali di San Giuliano Terme e di Pisa.
I difensori del marito di Roberta Ragusa sono fiduciosi e ribadiscono l’innocenza del loro assistito, confidando nel giudizio della Corte di Assise d’Appello, composta da 8 membri: di cui due giudici togati (il presidente e il giudice a latere) e sei giudici popolari. In questi giorni il fascicolo dell’inchiesta sull’omicidio della donna, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Aldo Mantovani, dovrebbe arrivare negli uffici dei magistrati fiorentini. Il processo di secondo grado dovrebbe essere fissato in autunno per poi celebrarsi nei primi mesi del 2018.
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