Il 23 Marzo 2017 arriverà dal tribunale di Roma la sentenza di primo grado sul “finto” matrimonio di Gina Lollobrigida e Javier Rigau. Ecco la decisione del giudice
La sentenza di primo grado al processo per Gina Lollobrigida contro Javier Rigau, si sarebbe dovuta tenere il 14 marzo 2017, ma è stata rinviata a causa di una nota di rinvio presentata dall’avvocato di Rigau. al 23 marzo. I fatti risalgono al 29 novembre 2010, giorno in cui Javier Rigau sosteneva di aver sposato l’attrice per procura. La diva ha più volte sostenuto che il matrimonio con il catalano fosse solo un “truffa in piena regola”. Secondo l’accusa infatti la procura sarebbe stata siglata in maniera fraudolenta. All’uomo, finito sotto processo, la Procura di Roma ha chiesto una condanna ad otto mesi di reclusione.
Gina Lollobrigida e Rigau si erano scontrati inoltre in una battaglia mediatica a colpi di dichiarazioni nel salotto di Barbara D’Urso a Domenica Live. La diva, più grande del catalano di ben trent’anni, aveva raccontato: “Ho incontrato questo ragazzo, ci siamo frequentati per un po’. Mi ha chiesto di sposarlo, ho detto sì, poi ci ho ripensato, non era la cosa giusta per me. L’ho chiamato subito e gliel’ho detto“. L’attrice sostiene di aver mantenuto i rapporti con l’uomo fino al 2009, anno prima della presunta truffa organizzata ai danni dell’attrice. Il falso matrimonio è stato scoperto dalla Lollobrigida solo nel 2013.
Rigau ha risposto alle accuse della presunta moglie raccontando: “Una persona molto orgogliosa come lei, che ha un ego enorme, non dice pubblicamente che sta per sposare un uomo di 34 anni più giovane. Dicono che hanno quattro sentenze contro di me, le voglio vedere, sulla mia fedina non ci sono”. Il giudice dopo aver preso visione di tutte le puntate di Domenica Live in cui la Lollobrigida e Rigau hanno mosso accuse reciproche, prenderà una decisione. Il giudice, la dottoressa Paola Roia, dopo una lunga seduta ha assolto Rigau perchè il fatto non sussiste. Sicuramente la Lollobrigida ricorrerà alla Corte D’Appello, secondo grado di giudizio.
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