Proprio lei che aveva introdotto il divieto di indossare abiti troppo sexy alla Rai, adesso difende Diletta Leotta per la mise di Sanremo. Ecco il cambio della Bignardi.
Sono diverse le donne che sono intervenute a difesa di Diletta Leotta, tante e di tutte le trasmissione, ma forse da Daria Bignardi nessuno si sarebbe aspettato un manifesto di supporto a favore della conduttrice Sky. Sì, perché qualche tempo fa Daria Bignardi era entrata nell’occhio del ciclone a causa di un divieto categorico: niente abiti succinti e provocanti per le donne in video. Insomma, l’outfit a Rai 3 sarebbe dovuto essere castigato, assolutamente non ammiccante o sexy. Questo è quanto la Bignardi ha sostenuto con forza, entrando anche nella bufera della critiche perché il divieto è parso assolutamente esagerato.
Adesso però, pare proprio che Daria Bignardi abbia cambiato idea in merito (?) pubblicando sul suo blog di Vanity Fair un manifesta a sostegno di Diletta Leotta. Cos’avrà fatto cambiare idea alla Bignardi. Ecco cosa scrive sul caso di Sanremo: “Non solo Diletta Leotta invece ha reagito e ha denunciato, ma si è presentata a Sanremo per parlare di cyberbullismo vestita come un papavero sexy corpetto a reggiseno e ampia gonna con spacco – subito definito «alla Belén» – rossi, con ricami argentati. Una scelta che rafforza il messaggio del non lasciarsi intimidire dai violenti e dagli scorretti”.
Poi entra nel vivo della questione abiti sexy: “Vestirsi è un’arte e un divertimento, oltre che un piacere. Vestirsi per lavoro, se si ha un ruolo pubblico, a volte è un dovere. Per una donna di venticinque anni che va al Festival di Sanremo, non a un convegno alla Camera, a dire alle ragazze più giovani di lei di non aver paura delle intimidazioni e delle violenze, perché avere nel telefonino foto private e intime non è una colpa, ma la colpa ce l’hanno i ladri che le rendono pubbliche, secondo me un vestito rosso da papavero sexy è perfetto”. Così niente più divieto anche per le donne di Rai 3? La polemica sta per iniziare…
Photo Credits Twitter
